di Maurizio Bonanni

parigi_attaccoMa, a chi la racconti?

Mai vista tanta approssimazione e pochezza giornalistica da parte di tutti i media nostrani e internazionali, quando si è trattato di narrare in diretta i drammatici avvenimenti della terribile notte parigina, con gli attentati a sangue freddo del 13 novembre.

Ma la cosa più inquietante è stata sentir parlare di Guerra a Daesh-Isi: un soggetto che non è firmatario di Trattati "minimi" come la Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra e sul diritto di asilo, e che ha uno Stato liquido(auto-dichiarato!) con confini nazionali indefiniti! Eppure, sono in molti a credere di poter combattere una guerra ferocemente "non ortodossa" attenendosi all'ortodossia militare occidentale!

La minaccia vera di Daesh-Isi è psicologica(e i suddetti media hanno fatto di tutto per esaltarla, sbrigandosi a dimenticarlo del tutto tra meno di un mese!) e mira a recidere la giugulare della globalizzazione, destabilizzando i sistemi vitali delle reti di comunicazione e pregiudicando la libera circolazione di persone e beni. Per questo gli sono sufficienti commandos ben addestrati(i foreign fighters di ritorno, in particolare) per azioni di guerra o suicide, all'interno di Paesi occidentali come Francia, Inghilterra e Italia che hanno al loro interno forti minoranze musulmane.

La Francia, in particolare, ha una gioventù islamica(figli e nipoti dei primi immigrati magrebini e africani) ribollente di odio e di rancore, a causa della propria marginalizzazione ed esclusione.

Ma davvero crediamo che per arginare analoghi rischi qui da noi, quando decine di milioni di pellegrini convergeranno su Roma per il Giubileo della Misericordia, basteranno le rassicurazioni del Governo?

 

Dal mio punto di vista occorre combattere lo Stato islamico con le sue stesse armi. Ovvero: 1) intelligence e commandos; 2) ricorso alla propaganda orwelliana, per immunizzare gli occidentali dal terrorismo psicologico.

Occorre educare al "coraggio" tutte le potenziali vittime del fondamentalismo, rifuggendo dalla demagogia della propaganda anti-islamica. C'è poco altro da fare con gente che ha nessun timore di mandare al macello centinaia di migliaia di esseri umani, loro e di altri. Non evochiamo e, tanto meno, riproduciamo, vi prego, altri Afghanistan e Iraq, dove siamo andati al guinzaglio della più potente armata del mondo, per ritirarci senza gloria, dopo migliaia di morti e colossali spese per sostenere quelle spedizioni.

Ma anche l'ipotesi di "vietnamizzare" il conflitto in Siria, Iraq e Libia è già andato in onda più volte, da alcuni decenni a questa parte. E ne abbiamo visti i risultati disastrosi a consuntivo.

Ricordate i considerevoli finanziamenti in armi e denaro che gli Usa fecero ai mujaheddin del popolo, durante l'occupazione sovietica dell'Afghanistan?

Caduta l'Urss vennero Bin Laden e i talebani. Idem in Iraq, dove dopo il 2003 la guerriglia sunnita si è impossessata degli arsenali di Saddam e ha costretto gli Usa al ritiro nel 2014.

Ripeto che il cuore della risposta al che fare? dopo questo 13 novembre 2015 è semplice: fortificare al massimo la… resistenza interna(interiore) degli individui sotto attacco. Peraltro, la probabilità di essere coinvolti in un atto di guerra, come quello di Parigi, è praticamente nulla, se calcolata su centinaia di milioni di cittadini europei. Dopo di che, non dovremmo temere il numero di nostre perdite, qualunque esso sia. Questo principio deve essere controbilanciato dall'assoluta certezza – da instillare nell'avversario – che ogni sua azione avrà, puntualmente, una reazione almeno pari e contraria. Esecutori e mandanti, cioè, saranno perseguiti "alla israeliana" e neutralizzati con ogni mezzo, ovunque essi si trovino, senza riconoscere loro nessun safe-place. Gli israeliani, in questo, sono degli specialisti, con memoria d'elefante.

Poi, se riuscissimo a catturane un po' di infiltrati, qui in Occidente, non sarebbe male estradarli immediatamente in quei Paesi di origine, in cui la pena capitale è garantita, per costoro. Certo, in tal caso, resta l'ostacolo da superare dei Trattati internazionali, che proibiscono l'estradizione in Paesi dove viga la pena di morte.. Ma è un dettaglio…

Sul piano strategico internazionale dovremmo recuperare l'Iran come nostro interlocutore e alleato "tattico", perché sia Teheran a usare il proprio esercito per battere sul terreno l'odiatissimo(nostro e loro!) nemico: lo "Stato islamico di Daesh-Isi". È chiaro che, per farlo, dovremmo mettere sui due piatti della bilancia della trattativa tra noi e l'Iran le garanzie per la sua sicurezza e, come contropartita, chiedere la rinuncia alla sua folle propaganda per la cancellazione dello Stato di Israele dalla carta del Medio Oriente.

Secondariamente, occorre rafforzare in ogni modo la resistenza curda, facendo la faccia truce con Erdogan e affrontando a muso duro Arabia Saudita, Emirati e Turchia fondamentalista, facendoli fallire economicamente, se necessario!

Ultima cosa: basta, vi prego, con le storielle dell'integrazione politically-correct!

Il melting-pot Usa ha avuto (parzialmente) successo, perché tutti i suoi cittadini si inchinano davanti allo stendardo a Stelle e Strisce e si riconoscono nella Unità della Patria. Proviamo a partire da qui, privilegiando l'individuo anziché lo Stato-Leviatano e le sue ideologie! Altro non c'è, come la vedo io…

 

Due parole, ora, dal punto di vista.. tecnico.

Odo echi di battaglie che non combatteremo mai. Spade che battono ritmicamente sugli scudi. Proclami bellicosi, tipo "vendetta, tremenda vendetta!".

Voi che le pronunciate, sapete quel che dite?

Se, poi, si pensa di mandare a combattere i nostri amatissimi figli che la notte stringono sul cuore il loro adorato i-phone6, anziché la fidanzata, la vedo malissimo.

Certi coretti vanno bene allo stadio, quando a volare sono solo pugni e talvolta coltelli.

Ma la Guerra di Piero, quando devi guardare negli occhi un altro armato come e più di te, mi pare tutta un'altra storia, in un Occidente malato di edonismo e segnato dalla completa assenza delle virtù del combattente. Penso alla nostra gioventù di ieri e di oggi che non ha mai più conosciuto una vera guerra dal 1945 in poi. Fatti quattro conti, le uniche minacce serie di avere a che fare con pazzi islamici che vogliano aggredirci con un lancio di testate nucleari sui nostri due continenti(Europa e America) vengono dal Pakistan e, potenzialmente, dall'Iran. Punto.

Quindi, visto che nessuno di loro dispone né di lanciatori così potenti – e anche avendoli sa che uscirebbe completamente distrutto dalla susseguente reazione occidentale – né di aviazioni minimante in grado di competere con le nostre, di quale "Guerra" stiamo parlando? Di farla a gente con armamenti parecchio inferiori ai nostri, o che scorrazza sulle dune in pick-up con armamento leggero?

Quelli, al massimo, hanno come raggio di azione il deserto, che varrebbe solo la sabbia che solleva il vento, se non ci fosse la manna petrolifera e il denaro di chi acquista di contrabbando il loro petrolio! Di certo, non hanno né naviglio da guerra, né mezzi da sbarco in grado di portare loro truppe combattenti sui territori d'Occidente, né la capacità di muovere un'armata via terra per invaderci.

Allora? Facciamo l'agognata coalition-of-the-willing di bushiana memoria e mandiamo poi i prigionieri con la tuta nera a edificare al Dio Denaro nuove piramidi nel deserto? E con quale regole di ingaggio? Quelle "loro", o le nostre assai più garantiste?

Ammettiamo che, così facendo, con circa mezzo milione di uomini in divisa(compresi quelli di Arabia Saudita & Co., che sono i principali mallevadori del peggiore fondamentalismo islamico!), verremo rapidamente a capo di queste bande di guerriglieri islamici che si credono Stato.

Dopo di che, che cosa facciamo? Quante centinaia di migliaia soldati dei corpi di armata di spedizione dovremo lasciare sul posto e per quanti anni, affinché alla piovra fondamentalista non rispuntino nuovi tentacoli, in Medio Oriente e nel resto del mondo? Gli scempi che sono stati già fatti di molte migliaia di soldati occidentali, in Iraq e Afganistan, da parte di terroristi kamikaze non ci hanno insegnato proprio nulla?

Volendo essere seri, sappiamo benissimo che nessuno di noi in un ragionevole futuro deve preoccuparsi della minaccia di vedersi piovere missili dall'alto, o di venire rasi al suolo da una aviazione nemica.

Circostanza quest'ultima che, invece, è realtà per tutti i Paesi arabi che hanno milizie belligeranti fondamentaliste all'interno del loro territorio, bersagliate quasi quotidianamente dalle nostre aviazioni. Quindi, prevedo che per il prossimo mezzo secolo nessun nostro nemico giurato andrà a disturbare l'intensa attività notturna di molti milioni di giovani occidentali, incollati agli schermi dei loro smartphone e tablet.

L'alternativa vera per mettere fuori combattimento "tutti" i seguaci di Al Bagdadi?

Un bel cordone sanitario esteso a tutta quella porzione mediorientale in ebollizione, facendo in modo che da quel perimetro non passi nemmeno uno spillo. Un assedio passivo. Solo beni di prima necessità(medicinali, viveri e indumenti) per non macchiarci di genocidio, dato che vecchi, donne e bambini non ci hanno dichiarato guerra.

Abbiamo (avete) fegato?

Bene, dimostriamolo.

Dimostratelo.