di Maurizio Guaitoli

giano"Abbiamo un problema, Houston!".

Visti dalla luna, quale dei due Matteo sarà quello… vero, nel futuro della politica italiana? Renzi, per dire, è un moderato prestato alla sinistra, o viceversa? E Salvini, chiediamoci: è di destra-destra, o sta anche lui a metà del guado per costringere tutti gli altri a seguirlo?

Mi domando se Berlusconi, l'indomito Cavaliere, sia andato a finire nella Rete leghista o, come vorrebbero in molti, nel mausoleo di Arcore.

Capisco che non sia bello iniziare con tutte queste domande soprattutto se, come nel mio caso, non ho risposte coerenti da darvi. Ma vorrei vedere voi.

La politica italiana vi sembra avere un minimo di coerenza da qualche decennio a questa parte?

Allora, permetterete che anch'io tiri un po' a indovinare. Prendiamo la questione che vale un trono: "Chi è a capo di che cosa?". In un'epoca malata grave di leaderismo non s'intravvede nemmeno uno che si chieda dove sia l'interesse reale del Paese, oltre a vedere benissimo dove stia il proprio tornaconto. Il bello è che chi accusa gli altri di facili populismi è, per sua sfortuna, il più populista di tutti.

Prendiamo il Giano bifronte del renzismo.

Da un lato, si ribadisce la fedeltà agli stereotipi incrollabili del populismo di sinistra, con l'impiego pubblico e lo statalismo dilagante a fare da padroni. Già, perché senza il primo, mantenuto con i soldi del secondo(cioè di tutti noi), il potere se lo potrebbero scordare tutti(e non solo Via del Nazareno!). Poi, però, si tenta di tirare la volata ai "Poteri forti" facendo lo sgambetto all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e a una Triplice sindacale arrivata spennata e senza più fiato alla resa dei conti della globalizzazione.

Gli sbiaditi vessilli rosso-rosa-bianchi si reggono, ormai, solo grazie a una legislazione illiberale sulle quote d'iscrizione(rinnovate automaticamente ogni anno, a meno di formale disdetta, per chi lavora nel pubblico impiego), sui distacchi pagati dallo Stato e, cosa gravissima, sui ritardi epocali a proposito della rappresentatività e dell'esercizio del diritto di sciopero.

Memore della lezione del Gattopardo, dalle parti del… Giglio magico non vedo nessuna vera azione incisiva per mettere fuori gioco i sindacatini(capaci di bloccare, con le loro minisigle, perfino il traffico urbano di una megalopoli come Roma!) e i colossi sindacal-corporativi del pubblico impiego.

"Senti chi parla!", direte voi, visti i miei precedenti di dirigente nazionale del più grande sindacato italiano.

E, invece, l'ho sempre detto, anche quando ero in carica!

Ma, attenzione: nessuno dei due Matteo è proprio così strambo!

Il primo, quello che "governa"(per M5S "sgoverna", ma nel loro caso, sgovernerebbe chiunque, tranne loro stessi) sa di avere come spina avvelenata al suo fianco un partito e una classe politica assolutamente screditati agli occhi del cittadino elettore.

L'odio popolare per i Partiti raggiunge ormai punte vicine al 98%.

Quindi: occorre spostare l'attenzione; circondarsi di fedelissimi(alti burocrati super-affidabili, tipo Cantone, e i colleghi Tronca e Gabrielli) e da qui in poi governare un Paese del tutti contro tutti con l'emergenza e la surroga.

L'impiego a tappeto dei "Commissari"(più o meno straordinari) per il primo aspetto; il ricorso ai "tecnici" nel secondo caso.

L'altro Matteo, colui che grida nelle piazze "Il Re è nudo!"(verità lapalissiana per il popolo elettore, per cui parte in concreto vantaggio volendo sfidare la leadership di Matteo1), ha dalla sua un talento di caterpillar davvero invidiabile, essendosi fatto (ma anche rotto) le ossa nelle guerre di trincea leghiste.

Per ora, Salvini sembra riuscire nell'impresa davvero temeraria di schiodare la sua Lega dalla blindatura territoriale padano-veneta, per portarla ovunque, al Nord come al Sud, attraverso una sorta di lepenismo italianizzato, che ha come capisaldi la lotta all'Europa padrona, all'immigrazione irregolare e al lassismo in materia di sicurezza, unita alla rivendicazione grillina di un reddito di cittadinanza per tutti.

La cosa più interessante di questo ricombinarsi di forze di centro e di centro destra(vedremo quale sarà l'effettivo peso elettorale delle altre forze minoritarie degli ex-Fi alle prossime amministrative) è la possibilità di fissare politicamente un nuovo spartiacque, costringendo Grillo all'isolamento minoritario o, in alternativa, all'allineamento suicidiario con il Pd, in caso di ballottaggio tra le due liste più votate, qualora non si pervenisse a nessuna intesa sulle richieste modifiche all'Italicum. Partita aperta, direi.

Lasciatemi ora… rifugiarmi all'estero.

Che ne pensate voi dell'Intifada dei coltelli?

Secondo me è una sorta di suicidio non assistito, per fare dispetto al proprio peggior nemico.

Strano che in un clima di grave ossessione per le gesta del terrorismo islamico nessuno che rilevi un'altra forma, molto più subdola, di penetrazione nel mondo libero della mentalità jihadista: l'accoltellamento indiscriminato in strada di gente comune da parte di aspiranti martiri suicidi fondamentalisti.

Del resto, militarmente parlando, l'Isis è una questione da nulla, per Nato e Usa, tanto è abissale e incolmabile la superiorità dell'Occidente.

Per di più, è evidente che Hamas sia molto più vicina all'Isis che ad Hezbollah, per le sue strategie genocidiarie nei confronti di Israele che, dal 1948 a oggi, tiene testa a centinaia di milioni di arabi, i cui regimi ne hanno fatte vedere (e continuano a farlo) di tutti i colori al resto del mondo!

Le conseguenze di questa scelta degli accoltellamenti seriali?

Un ulteriore, drammatico impoverimento dell'economia della striscia di Gaza e della Cisgiordania palestinesi.

Gli imprenditori e i commercianti israeliani, infatti, tenderanno a non assumere più arabi palestinesi, dato che non pochi di questi si sono dimostrati agenti silenti del fondamentalismo, fingendo di integrarsi nella vita civile di Israele, per poi colpire a tradimento.

E, molto presto, finiranno i martiri suicidi, per esaurimento del loro numero: i cittadini israeliani, infatti, girano armati e reagiscono con determinazione contro gli aggressori, neutralizzandoli o annientandoli.

Stupisce, piuttosto, che Daesh non abbia sbandierato finora uno spiccato odio anti-israeliano e che non si sia minimamente azzardata a condurre azioni di commando, infiltrandosi ai confini con il Sinai.

Sarà, forse, perché i generali egiziani e israeliani non aspettano altro, per penetrare in Siria in profondità, eradicando qualsiasi presenza armata di Daesh? O perché, in fondo, il Signor Al Baghdadi giudica in base al detto "Il peggior nemico del mio nemico è un mio potenziale amico", dato che Israele è la bestia nera proprio di quell'Islam sciita contro cui, soprattutto, combatte Daesh?

Mi pare che le due ipotesi stiano entrambe in piedi…

Intanto, da noi si sono da tempo accese le lucine di Natale.

Piccole e flebili, però…

Un po' perché ci prende la tristezza per un mondo ingovernabile, con migliaia di bambini anche molto piccoli che non ce la fanno ad arrivare alla terra promessa(l'Europa) e si fermano per sempre sulle spiagge italiane e greche.

Un po' perché i guai finanziari di banche allegre e di deficit pubblico fanno mancare il carburante vitale agli investimenti per la ripresa.

Un po' perché molti nostri giovani se ne vanno a cercare fortuna altrove.

Scopriamo di essere in drammatico (irrecuperabile) ritardo sull'innovazione tecnologica, prosciugando così quel bacino diamantifero che è la materia grigia di noi figli del Rinascimento.

Vi prego: datemi un buon motivo per essere ottimista!

Auguri, comunque e sempre a noi tutti!