di Maurizio Guaitoli

orsini_isisPrologo.

È successo ancora.

Avevamo visto le macellerie islamiche di Parigi, Londra e Madrid.

"Presente!" anche per Bruxelles, dal 22 marzo.

Osservo: come mai un soggetto nullatenente come Salah, il terrorista più ricercato del mondo, ha come legale di parte uno dei più noti(e, quindi, "costosi") avvocati del Belgio?

Risposta facile, per chi abbia visto "Il Ponte delle Spie" di Spielberg, in cui uno dei più brillanti avvocati statunitensi – James Donovan – svolse un ruolo fondamentale come rappresentante legale del colonnello del Kgb, spia sovietica, e come mediatore internazionale(formalmente non riconosciuto dall'America) nel famoso scambio di spie tra Powell(pilota dell'U-2 abbattuto in territorio sovietico) e l'agente russo.

Sven Mary, l'avvocato di Salah, ha lo stesso compito che ebbe Donovan, alla fine degli anni ‘50 e del maccartismo imperante: garantire a tutti i musulmani del mondo che l'Occidente avrebbe tutelato al meglio i diritti dell'imputato Salah.

Abbiamo visto la risposta: decine di vittime innocenti, tra aeroporto e metropolitana di Bruxelles.

Ecco, serva di lezione e monito a tutti: da domani le frontiere saranno sempre più chiuse e blindate e il diritto d'asilo diverrà solo un pallido ricordo, a causa proprio degli infiniti abusi e violenze che sono state fatte a quello stesso principio.

L'Isis?

Secondo Alessandro Orsini non sarebbe altro che una tremenda evoluzione di Al-Qaeda baciata dalla buona sorte.

L'Autore – un noto sociologo con studi e presenza accademica in Usa, come analista di relazioni internazionali – ha pubblicato per Rizzoli un interessantissimo saggio, dal titolo: “Isis: i terroristi più fortunati del mondo e tutto ciò che è stato fatto per favorirli”.

Messa così, sembrerebbe una farsa. Invece, è drammaticamente vero.

Colossi come l'America di Obama, la Russia di Putin, l'Iran di Khamenei e i ricchissimi Stati del Golfo, Arabia Saudita in testa, sono tutti intrappolati nelle rovine siriane.

Per cui Assad, come il Caudillo Francisco Franco, non può né vivere, né morire.

Orsini passa al setaccio fine, da esperto di relazioni internazionali, le ragioni complesse per cui da quella parte del mondo è proibito inciampare, perché in caso contrario si viene sbranati.

E l'elisir di lunga vita dell'Isis è uno solo: la paura di morire che hanno tutti, ma proprio tutti i protagonisti di questa immane tragedia mediorientale.

Per questo, tutti bombardano tutti: l'Iran ha il terrore di Riad e Israele teme entrambi.

Russia e America si guardano in cagnesco perché Obama ha fatto quasi l'en plein da quelle parti, lasciando a Putin solo una vitale lingua di terra sulla quale poggia la sua immensa flotta navale.

Quindi, per Mosca, Assad deve regnare anche imbalsamato.

L'America, ovviamente, ha finanziato di tutto, invece, per farlo cadere, in modo da accerchiare il suo supernemico regionale, l'Iran, con alleati più o meno(assai meno, attualmente) fidati dell'Occidente.

Ma Orsini ci guida ben più in là di certi ragionamenti da Fort Apache: il declino dell'Occidente e dei suoi valori, ai quali si oppone un Islam trionfante e redivivo. E il Califfo Nero con il suo Stato fluido(senza confini e senza rappresentanza internazionale, che perde e aggiunge pezzi di territorio giorno dopo giorno) è il grande attrattore ideologico di questa riscossa planetaria di una religione che trova il suo ancoraggio in un testo immutabile del VII secolo d.C..

Tutto il libro ruota sul tipo di gravitazione che questa Luna Nera è in grado di esercitare sugli animi degli uomini, giocando un ruolo inedito di attrattore universale per chi è senza bussola.

Perché la Umma non distingue per razza, colore della pelle e nazionalità.

Tutto viene unito dall’anelito di fratellanza di coloro che si riconoscono nell’unico dio Allah e nei precetti del Corano.

Orsini, in particolare, si occupa dei convertiti, i così detti Foreign fighter: ne esplora la personalità, ricostruisce le storie di alcuni di loro ed elabora un suo interessante strumento di analisi comportamentale, per cui costruisce l'acronimo DRIA.

Quattro lettere per concetti non banali: "D" come Disintegrazione dell'identità sociale; "R" per Ricostruzione dell'identità sociale; "I" che introduce la Integrazione in una setta rivoluzionaria; "A" nel senso di Alienazione dal mondo circostante.

Molti terroristi convertiti di casa nostra hanno la "D" di Disadattato e marginale, l'abisso da cui inizia il processo di conversione alla Jiahd partendo dalla alienazione e da depressioni anche gravi, dove l'uso di droghe, la commissione di reati comuni, la prigione, la condizione familiare drammatica si miscelano tra di loro in modo sempre esplosivo, vocato però all'autodistruzione.

Poi, arriva il messaggio dell'Islam radicale, che comporta il progressivo avvicinamento del soggetto alla crescente intensità del campo gravitazionale della Luna Nera: l'interessato viene di colpo sollevato dal suo Nihil nietzschiano(di una Umanità, cioè, che ha ucciso Dio) e proietta se stesso come vendicatore e assassino di quegli assassini.

Il terzo passaggio è quello della costruzione di un nuovo, potente ventre materno che genera la rinascita attraverso la purificazione del neofita jiahdista. A lui, che era poco prima Nullità, viene offerto l'ingresso trionfale in un gruppo coeso di eroi, che combattono il Male. "from Zero to Hero". Qui, il predestinato, apprende la logica binaria del Male e del Bene, distruttiva per tabulas dell'illuminismo e del pensiero occidentale. Ma, come la da, l'Islam distrugge la resurrezione nell'ultimo passaggio: quello del sacrificio della propria vita per il trionfo di Allah. Per questo, però, c'è bisogno che i Nemici dell'Islam diventino degli esseri inferiori, creature(donne, bambini anche piccolissimi) immonde, che occorre annientare per assecondare il processo di purificazione di questo mondo da corrotti e blasfemi.

I Quattro punti cardinal (tracciati parecchi anni fa da Luciano Pellicani) dell'intero processo di radicalizzazione sono rappresentati da: Catastrofismo radicale; Attesa della fine; Identificazione del Maligno; Ossessione per la purificazione e la purezza.

I punti di riferimento(filosofici) per Orsini sono Nietzsche e Geertz.

Il primo analizza il trionfo del profano responsabile della uccisione di Dio e della sua sostituzione con il Superuomo, per cui gli jiahdisti si atteggiano a vendicatori di questo atto contro natura operato dall'illuminismo e dal razionalismo occidentali, sentendosi portatori di verità eterne e assolute.

Nel modello DRIA la filosofia nietzschiana ben si presta a rappresentare le fasi della disintegrazione e della ricostruzione dell'identità sociale.

Nell'interpretazione di Orsini, i terroristi della strage di Charlie Hebdo assomigliano come una goccia d'acqua all'uomo folle di Nietzsche che accese una lanterna alle prime luci dell'alba, precipitandosi poi al mercato e gridando "Cerco Dio, cerco Dio!".

Perché, se "Dio è morto",  allora i terroristi islamici si vantano di essere gli… assassini degli assassini!

Insomma, un gran bel libro, da tenere sempre a portata di mano…