di Paola Gentile

alfanoMa che bella notizia: il Ministro in visita, per un giorno, a Treviso!

La Marca è in subbuglio.

Tutte le Autorità, Prefetto e Questore naturalmente compresi, si affrettano a disdire tutti gli impegni presi in precedenza per accogliere in pompa magna il Rappresentante del Governo.

Poi, come una doccia fredda e all’ultimo momento, arriva la comunicazione dal Gabinetto del Ministero che l’incontro con le Autorità non ci sarà, ma che il Ministro vuole che una macchina di rappresentanza venga messa a disposizione al suo seguito.

Ci saranno state sicuramente validissimi motivi, ma certo che la delusione per il mancato incontro con il Ministro, che poteva essere un’ottima occasione per rappresentare le problematiche della provincia, in particolar modo la situazione dei migranti, è stata grande, quanto gestita con assoluta “diplomazia” dal Prefetto.

Ubi maior, minor cessat, dicevano i latini.

Ciò, tuttavia, costituisce, almeno dall’esterno, ennesima manifestazione dell’ormai sperimentato disinteresse del vertice della Istituzione nei confronti della carriera prefettizia.

Circostanza ulteriore che porta a condividere pienamente la decisione di AP e Si.N.Pre.F. di non avere partecipato all’incontro fissato dal Ministro per il 7 maggio scorso, convinta, come sono, che le problematiche che affliggono attualmente la carriera prefettizia(confluenza nel ruolo unico dei dirigenti con perdita della “specialità”, riduzione del numero delle Prefetture, ecc.) non possano trovare debito ascolto presso i vertici dell’Amministrazione, che, seppure anche eventualmente non volendo, hanno dimostrato, ancora una volta, che alla autorità del Prefetto si ricorra, in ultima istanza, quando non vi siano altri interlocutori in grado di risolvere i problemi.

Nella mia breve esperienza da Capo di gabinetto a Treviso, infatti, non c’è giorno che non mi trovi a occuparmi dei problemi più svariati rappresentati dai cittadini, ai quali cerco di fare fronte attrezzandomi con ogni espediente consentito.

È un lavoro duro, quasi di “frontiera”, al quale, con i miei colleghi, adempio sempre avendo a riferimento la legittimità dell’agire pubblico da parte di tutte le Istituzioni operanti sul territorio.