di Maurizio Guaitoli

houIl Terrorismo Islamico("molecolare") ha un Dna?

Direi di sì. Del tutto simile a quello delle cellule tumorali e delle relative metastasi. Si infiltra nei corpi sani e li ammalora e, talvolta, li uccide(vedi le vittime del Regno Nero del Califfato) grazie alla sua potenza virale.

L'Rna?

Ma è la parte del Corano che obbliga ogni fedele alla sua Jihad, che sarebbe in teoria una lotta interiore contro il Satana che è in noi. Poi, però, il nodo sta proprio nella massima khomeinista "L'Islam è politico o non è nulla", per cui nessuna separazione è possibile tra fede e potere temporale. I mullah o gli imam dettano legge morale e civile tramite le loro fatwe(sorta di editti che obbligano i fedeli alla osservanza assoluta delle disposizioni in esse contenute).

Quindi, che cosa sta accadendo nel mondo, con Daesh, Al Qaeda e similaria?

Semplice. Questa neoplasia ha fabbricato un Rna che ha codificato nelle sue proteine ideologiche(la cui ragione d'essere è la guerra senza quartiere ai "Crociati" – l'Occidente tutto – e ai miscredenti), il seguente comando che ogni buon fedele musulmano è tenuto a rispettare: "Whoever stands in the ranks of Kufr will be a target for our swords and will fall in humiliation".

Tradotto: “Chiunque si trovi nel campo dei miscredenti sarà il bersaglio privilegiato delle nostre spade e verrà umiliato”.

Questo, in fondo, rappresenta il carattere "globale" del terrorismo islamico, ancor meglio sintetizzato dall'espressione pubblico combattente. Ovvero, qualunque persona che non sia un islamico ortodosso(e gli sciiti non lo sono, com'è noto!) è un nemico dell'Islam e va, alternativamente: convertito, decapitato o sottomesso. In quest'ultimo caso, però, l'Islam deve avere già conquistato il territorio dove vive il non-islamico: qualora ebreo o cristiano la sua esistenza è tollerata, previo pagamento di una tassa. È interessante capire il parallelismo con quanto accadde a Guantanamo, a seguito dell'attentato alle Twin Towers del 2001. Allora, i sospettati di terrorismo catturati dai soldati e dall'intelligence Usa in Iraq, Afghanistan e nel resto del mondo, venivano custoditi nella base cubana con la sigla (giuridicamente rilevante) di "nemico non combattente"(on-combacting enemy, in sigla Nce). Le definizioni sono anche qui molto importanti.

In base alla legge emergenziale americana, AR 190-8, l'alinea interessata recita che: "The captive is a combatant but should be stripped of protections of POW status because of his actions and therefore may face war crimes charges". Cioè, se classificato Nce, al soggetto recluso non si applica lo status di "POW"(Prisoner Of War, prigioniero di guerra), perché a causa delle sue azioni è imputabile per "crimini di guerra". Quindi, in quanto tale può essere indefinitamente detenuto senza avvocato e giusto processo, a discrezione dell'Autorità che lo custodisce. Ecco, per quell'Rna del terrorismo molecolare che ho appena descritto, tutti i suoi nemici, le cellule sane da aggredire, sono combacting bystander: passanti, avventori casuali, bambini, donne, anziani. Nessuna distinzione è possibile. La fede in Allah è il solo discrimine: da una parte i fedeli(sunniti radicali), dall'altra – quelli da annientare – tutti gli altri, musulmani "eretici"(come gli sciiti) compresi!

Voi capite bene come questo messaggio universale eserciti un irresistibile fascino(guerresco), in modo particolare, su non pochi marginali alla ricerca di redenzione dei loro peccati terreni e di gloria immortale(annientando quanti più nemici e infedeli possibile) attraverso il sacrificio della propria vita, in cui l'atto suicida ha valore di purificazione. E questo è il vero problema per tutti gli apparati di sicurezza del mondo intero. Qualsiasi oggetto diviene un'arma. Quelle proprie, come i fucili d'assalto(Bataclan e aeroporti di Ankara e Bruxelles); o i coltelli che danno luogo a attacchi casuali e isolati, una sorta di corpo a corpo in cui si affonda la lama nel nemico(tecnica diffusa tra i palestinesi radicali di Hamas); oppure un grosso Tir come a Nizza, in cui si studia con cura l'occasione della più grande festa nazionale francese, per prendere d'infilata (come facevano le mitragliatrici austriache con i nostri poveri fantaccini della Prima Guerra Mondiale, mandati allo sbaraglio dai loro generali felloni e incapaci!) l'ininterrotta stringa di passanti in giro a festeggiare sul marciapiede del lungomare.

Ed è qui, se volete, ipotizzando l'immanente conquista islamica dell'Occidente, che si colloca il bel libro Sottomissione(Ed. Bompiani, 2015) del contestatissimo scrittore francese Michel Houllebecq, classe 1956, nato a la Réunion, uno dei Dipartimenti d'Oltremare francesi. E va letto il libro, oggi più di ieri, perché ci dice come, di certo, saremo conquistati dall'Islam in questo XXI sec.. Con le buone o con le cattive. Nello scenario semionirico del romanzo il tutto avviene attraverso regolari elezioni grazie al fascino di un grande leader carismatico, il moderato islamico Mohammed Ben Abbes, che fa la parte del Caporale austriaco, ma con ben altro spessore e apertura alla Storia contemporanea.

Il protagonista è François, un modesto professore di letteratura alla Sorbona, specialista di Joris-Karl Huysmans, capostipite del decadentismo francese, affascinato in gioventù dall'esoterismo e dal satanismo e che incontrerà la fede in età matura, fatto quest'ultimo che provocherà in lui una metamorfosi tale da investirne anche le forme espressive: il linguaggio stesso ne risulta rinnovato, come fosse stato immerso in un bagno di purificazione. Il romanzo di Houllebecq è ambientato nel 2022 in piene elezioni presidenziali francesi, in cui al termine del primo turno, con grandissima sorpresa di tutti, arriva al ballottaggio, assieme al Partito di destra della Marine Le Pen, quello della Fratellanza Musulmana, che sconfigge di misura i socialisti. Scontri armati con numerose vittime si susseguono in tutta la Francia, ma i media non ne danno notizia. E tutto ciò accade perché, oggi come domani, è la destra antieuropeista a far molto più paura dell'Islam moderato. Cosicché, socialisti e centristi sconfitti decidono di appoggiare il candidato islamico al secondo turno. Drogandosi con sigarette, vini e cibi ultraraffinati, il protagonista François vive con grande sofferenza – all'interno della sua roccaforte della cultura mondiale – il trapasso verso una società occidentale islamizzata. Ne vede i cambiamenti profondi introdotti nell'abbigliamento delle sue studentesse e nelle epurazioni susseguenti(tra cui lui stesso) di docenti a seguito della nomina a Rettore di un convertito islamico.

Ai nuovi padroni interessano poco o nulla le leve del potere economico: l'unico obiettivo è il controllo strategico del Ministero dell'Istruzione, per consentire ai nuovi padroni di Francia (e del mondo) di procedere alla rivoluzione culturale "dolce", in cui l'insegnamento religioso islamico è posto a fondamento di tutta l'educazione primaria e secondaria. Gli immensi capitali che vengono dal regno saudita e dagli emirati sono lì per questo. Per la conquista culturale dell'Europa attraverso la fertilità dei fedeli musulmani e la forza spirituale del Corano. Progressivamente, la componente femminile è spinta fuori dal recinto del lavoro, sussidiata per restare a casa e occuparsi dell'allevamento della prole. Il tasso di disoccupazione scende di decine di punti, mentre il nuovo Presidente apre l'Unione Europea all'ingresso dei Paesi arabi della fascia mediterranea e della Turchia, per ricostruire quello che, un giorno, fu il Grande Impero Romano d'Occidente, sotto la guida illuminata di un leader islamico come Mohammed Ben Abbes.

Inutile, in fondo, è il tentativo di fuga dai nuovi poteri incombenti del gaudente François, che gode dapprima dell'amore di una sensualissima ebrea fuggita precipitosamente con i suoi genitori in Israele al termine del primo turno delle presidenziali e, poi, in una sequenza sempre più dolorosa e straziante, tentando amori mercenari e persino ripercorrendo le orme del suo adorato Huysmans che lo videro monaco laico in un glorioso convento francese. Tutto inutile.

Ma, può un gaudente appassionato di donne resistere alla tentazione di godere lui stesso dei piaceri dell'harem, con femmine giovani, belle, "sottomesse" e ubbidienti come è già accaduto a colleghi rimasti alla Sorbona – guadagnando il triplo dello stipendio precedente – che, malgrado la loro scarsa attrattività fisica, si sono visti sposati con rito islamico, una volta convertiti dal nuovo Rettore, con una giovane donna sedicenne? Una Luna Nera, l'Islam, o il Nuovo Risorgimento dell'Europa?