a cura di Grazia Rutoli*

apIl 16 dicembre dello scorso anno il neo-Ministro Marco Minniti ha incontrato tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del personale della Amministrazione civile dell’Interno per un saluto e un primo contatto sulle questioni maggiormente significative.

Su tutte, è emersa quella della grave carenza di personale, di ogni qualifica, che affligge la nostra Amministrazione, in particolare gli uffici periferici, e che rischia di compromettere lo svolgimento dei delicati e impegnativi compiti a essa demandati.

Sul punto, i rappresentanti sindacali del personale contrattualizzato hanno rimarcato, tra l’altro, la necessità della rideterminazione e riorganizzazione della dotazione organica complessiva, con particolare riguardo al personale di P.S. che svolge compiti amministrativi.

Da parte delle OO.SS. prefettizie si è fatto cenno, tra gli altri, ai seguenti temi: copertura delle sedi prefettizie prive di titolare; assunzione di tutti gli idonei dell’ultimo concorso per Consigliere di prefettura e riduzione a 1 anno della durata del corso di formazione iniziale; riorganizzazione delle prefetture e attuazione della disciplina in tema di Ufficio Territoriale dello Stato.

Nel suo intervento, il Presidente di AP ha fatto riferimento, in particolare, alle criticità inerenti il sistema di accoglienza dei migranti esprimendo forti perplessità sul contenuto del recente accordo Governo/ANCI e sul mancato, previo coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative almeno per acquisirne il contributo di dirette esperienze.

Ha inoltre richiamato le problematiche relative alla gestione dell’imponente mole di procedimenti depenalizzati con d.lgs n.8/2016, evidenziando nuovamente la necessità di prevedere una disciplina transitoria che sancisca espressamente – come avvenuto analogamente per gli “assegni a vuoto” – la esclusione di ogni forma di responsabilità contabile per i casi di prescrizione del diritto alla riscossione delle somme dovute a titolo di sanzione amministrativa relativi all’arretrato ricevuto.

A conclusione dell’incontro, il Ministro ha espresso la volontà di mantenere un “filo diretto” con le OO.SS. – attraverso la convocazione di riunioni con cadenza periodica – su tutte le questioni rappresentate e su quelle ulteriori che si verranno a prospettare.

Il successivo 29 dicembre si è tenuto un incontro, presieduto dal vice Capo del Dipartimento per le politiche del personale, prefetto Claudio Sgaraglia, sul Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato 2014, in particolare sulle risorse occorrenti per la remunerazione degli incarichi affidati in reggenza o temporanea sostituzione.

In proposito, si ricorda che, per le reggenze 2013, AP non addivenì alla sigla dell’accordo in quanto si decise di “abbassare” la percentuale di maggiorazione prevista per le reggenze verticali e orizzontali(dal 18% al 15%) e di inserire una piccola percentuale(6%) per le reggenze cd. “verso il basso”(circa osservazioni e proposte formulate all’epoca, v. il commento, IV raccolta 2016).

Dall’esame della documentazione pervenuta, tuttavia, si è dovuto prendere atto che per il 2014 la riduzione del Fondo scaturente dalle disposizioni di cui alla legge n.122/2010 è molto più corposa rispetto agli anni precedenti, in quanto collegata alla variazione della media dei presenti nell’intero periodo(2010/2014) di vigenza della norma suddetta. Per tale dato di fatto AP, responsabilmente, ha ritenuto di convenire, solo per il 2014, su di un abbassamento della percentuale di maggiorazione prevista per le reggenze verticali e orizzontali, chiedendo però, fin d’ora, che a partire dal 2015 la suddetta percentuale venga ristabilita nella misura del 18% atteso che da quell’annualità il Fondo non subirà più le predette decurtazioni. È stato altresì ribadito, da parte di AP, che il problema delle numerose reggenze e del connesso, consistente onere finanziario che ne deriva, è strettamente collegato a quello della inidonea collocazione delle risorse umane sul territorio. Sul punto, AP, da sempre, ha posto la questione della “mobilità” facendosi promotrice di articolate proposte, finora rimaste inascoltate. È stata infine sollecitata una risposta al quesito posto da AP con lettera in data 2 dicembre 2016 relativamente alla attribuzione delle risorse inerenti i Fondi PAC(v. il commento, XVI raccolta 2016).

Infine, il 9 gennaio scorso, su richiesta di AP, si è tenuto un incontro sindacale, presieduto dal vice Capo Dipartimento per le politiche del personale, prefetto Claudio Sgaraglia, per la concertazione sui criteri generali per la nomina a prefetto.

Com’è noto, AP ha sempre contestato il sistema e i criteri attualmente vigenti per l’inserimento nell’elenco degli idonei alla nomina a prefetto, in quanto eccessivamente ampi e inclusivi. In adesione alle sue osservazioni e proposte di modifica, la competente Commissione Consultiva(ora soppressa) nel 2010 auspicò l’istituzione di “criteri fortemente selettivi”. E ancora nel 2011 la stessa Commissione confermò l’intento di “introdurre gradualmente criteri più rigorosi per la individuazione dei funzionari idonei alla nomina a prefetto” al fine di pervenire “alla definizione di una rosa più stretta e qualitativamente elevata di nominandi”.

Purtroppo però anche per il 2016 i criteri proposti dall’Amministrazione sono rimasti immutati: limite massimo di 64anni di età; permanenza di almeno 5anni nella qualifica di viceprefetto; conseguimento del massimo nelle schede di valutazione relative al quinquennio d’interesse; svolgimento nel quinquennio di almeno un incarico di fascia E-super per un anno, oppure di almeno 2 incarichi in fascia E(di cui solo uno per almeno 1anno) al centro e sul territorio o, in alternativa, in due sedi periferiche.

In relazione a tanto, AP ha ribadito la propria contrarietà a criteri che non consentono alcuna selezione meritocratica e determinano viceversa un appiattimento dei singoli percorsi professionali degli aspiranti alla nomina. Ha quindi nuovamente richiamato le osservazioni e proposte già formulate sul tema – finalizzate a rendere più “stringenti” i citati criteri – quali in particolare: istituire un tetto massimo al numero di colleghi da proporre per la nomina(il tetto minimo è già previsto ex lege nella misura del doppio dei posti disponibili); dare più riconoscimento ai funzionari che hanno ricoperto, per un significativo periodo di tempo, incarichi di maggiore rilievo (in fascia E-super, D e D-super), diversificando le loro esperienze sia presso gli uffici centrali sia sul territorio, in sedi geograficamente diverse; valorizzare l’impegno e il sacrificio dei colleghi che hanno aderito alla esigenza dell’Amministrazione di supportare sedi con gravissime carenze di personale.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi