di Maurizio Guaitoli

Conoscete l’acronimo REM?

Ma certo che sì!

Nelle scienze neurologiche rappresenta quella fase del sonno in cui più intenso è il consolidamento e il rafforzamento della memoria. Curiosamente, coincide con la sigla République En Marche di Emmanuel Macron, mio camarade dell’Ena e oggi il più giovane Presidente francese di tutti i tempi, al quale spetta l’ossequio e il rispetto dovuto al suo rango. Quindi, niente Tu, come accadrebbe tra ex quando ci si incontra tra enarque esclusivamente applicati in faccende burocratiche. E, dato che la mia veneranda età me lo consente, Le porgo i miei più fervidi auguri M. Le Président de la République!

Visto che posso esercitare (per molte ragioni) un mio ruolo di insider, provo a tracciare un quadro delle complessità che La attendono, inserendo altresì qualche breve accenno alla Sua biografia. Il primo, grandissimo ostacolo da superare, è di essere un… sans papier, nel senso che Lei, per Sua scelta esplicita, non ha nessuna tessera di Partito in tasca, essendosi presentato come outsider in partenza, bruciando tutti i contendenti sul traguardo. Certo, ha il vantaggio invidiabile di avere una grandissima First Lady al Suo fianco. Il che è già una cosa magnifica. Ma, nondimeno, deve fare molta attenzione a evitare che il Suo carro di vincitore si schianti in corsa per carico… eccessivo!

E vediamo un po’ da chi, secondo me, dovrebbe guardarsi le spalle.

Al runoff(secondo turno delle presidenziali) l’ha appoggiata quel filone di Fillon, i cui scandali lo hanno messo fuori la porta del ballottaggio. E gli sta bene. Come pure hanno fatto sia il Ps, arenatosi nelle secche del rancore popolare e oggi allo sbando, sia il Suo ex “patron” Hollande(enarque anch’egli, come non pochi Presidenti prima di lui. Qualcuno potrebbe spiegarmi perché l'antica fabbrica di Rue de l’Université è sempre incinta di qualche President de la République?). Ma lo ha fatto dando il suo endorsement, come dire, implicitamente(del tipo: “Ça va sans dire”. Carino no?), sperando che, a vittoria avvenuta, come Suo ex pupillo prodigio, Lei andasse a recuperare nella Fossa delle Marianne il galeone sommerso dei voti scomparsi del Ps. Ovvio che i grandi sconfitti di questa straordinaria sorpresa elettorale, l'Rpr gollista e il Ps socialista, coltivino il retropensiero di renderLa, attraverso una clamorosa rimonta alle prossime legislative di giugno, un’Anatra zoppa all’americana, che farebbe di Lei un Presidente dimezzato.

Quindi, qualche suggerimento non richiesto, M. Le Président.

Primo: non si fidi troppo dei sondaggi e dei suoi nuovi amici, generosi compagni di viaggio solo in apparenza. In realtà, sperano di cannibalizzarLa per condizionare i suoi prossimi cinque anni di mandato presidenziale risalendo la corrente popolare, grazie alla Sua giovane spinta, in modo da soggiornare di nuovo nell’isola tranquilla della loro rendita elettorale da Quinta Repubblica. Pronostico(mio) scontato: non morderanno granché, essendo squali rimasti senza denti.

Altro aspetto: la vittoria di REM farebbe supporre il definitivo tramonto delle caratteristiche novecentesche tra Destra e Sinistra storiche. Sostituite da due altre categorie: i Perdenti e i Vincenti della Globalizzazione, che oggi si sintetizzano nei due formidabili schieramenti ferocemente avversi degli Have/Have-Not. I secondi, rappresentati dalle due estreme di Marine Le Pen e di Mélenchon. Il problema è che, per spuntarla a giugno e avere una Sua maggioranza, Lei deve poter pescare in entrambi i bacini. E qui si profila il secondo, grandissimo enjeu, in ragione del profilo e della storia personale che La riguardano, relativamente alla Sua scontata identificazione, da parte del grande pubblico, con coloro che, per nascita, provengono dal berseau choosy degli Have.

Morale: grandissimi problemi nei prossimi due anni potrebbero derivarLe proprio dai mancati passi in avanti di una Europa comunitaria, che non riesca a ritrovare la strada della crescita, in modo da risolvere così l’equazione(insolubile?) di edificare un argine sia al ritorno degli egoismi nazionali(anche quello della Douce France!), sia alle migrazioni epocali da un'Africa post-coloniale devastata e di cui, a onor del vero, la Francia porta storicamente un pesante fardello di responsabilità. Soprattutto per quanto riguarda le magniloquenti, quanto insensate Primavere arabe, che hanno letteralmente distrutto le inferme dighe dei confini comuni della Ue, riversando sulle nostre coste non poche centinaia di migliaia di disperati. In questo senso, M. Le Président, temo che la mai tramontata Grandeur La costringerà comunque a fare dolorose scelte nei confronti della nuova Amministrazione americana, che chiede ben altro coinvolgimento ai nostri due Paesi per quanto riguarda spese militari e impegni nella Nato.

La parte più problematica, però, viene proprio da quella Ue che oggi tira un sospirone di sollievo per il Suo successo. La Marine giura vendetta alle prossime legislative, dopo aver sciolto la sua gomena dallo zatterone nostalgico del FN, ma nel 2022 prevedo che ci sarà la nipote Marion, con ogni probabilità, a presentarsi con una sorta di En Marche di destra, nuova di zecca!

Terzo, tremendo corno del problema. L'Europa a guida tedesca(la Germania gode di un Euro svalutato, mentre Noi ne abbiamo uno supervalutato, che ci azzoppa le speranze di crescita da ben prima del 2008!), che deve accettare di recedere dal suo monopolio… teutonico! Per farlo, occorre rimettere mano ai Trattati, ovviamente. Ovvero, va individuata politicamente una posizione comune mediana, che consenta agli attuali 27 fratelli-coltelli di riporre nel fodero i loro pugnali. Tra l'altro, fu proprio il Suo autorevole predecessore, François Mitterand, a estrarre dal cilindro quel fantomatico 3% sul disavanzo pubblico nazionale stabilito da Maastricht(che, tra l'altro, Parigi e Berlino hanno bellamente ignorato e sforato più volte! Ricorda?), che oggi lega le mani al nostro povero Gentiloni e ai suoi successori per una moderata iniezione di finanza keynesiana nell'economia italiana, al fine di rilanciare con grande giudizio gli investimenti pubblici e le grandi infrastrutture.

Facendo, in sintesi, il punto sugli enjeux(poste in gioco) e sugli chantiers, ovvero sui grandi progetti di trasformazione della società francese, che la storia e il Suo programma elettorale presidenziale non mancheranno di ricordarLe, mi rifarei al Suo interessante profilo, adombrato da Le Figaro(8 maggio 2017), in cui Lei emerge come una figura che, per carattere, non si lascia mai imprigionare in un ambito specifico della conoscenza, spaziando dalla letteratura, al teatro, alla filosofia, alla politica e all’economia.

Le Sue preferenze? Essere: "un teatrante quando frequentava l'Ena; un enarque quando discettava con i filosofi; un filosofo presso i banchieri: un banchiere di fronte ai socialisti". Ma, ora, Le si pone il grandissimo problema della mancanza di esperienza in politica estera, come accadde a Sarkozy e Hollande al loro arrivo all'Eliseo. E, pur tuttavia, in materia i Presidenti della Quinta Repubblica – come Lei ben sa – svolgono un ruolo fondamentale e unico in Europa. Il più pregnante e assorbente, tra l'altro, che genera una esposizione grandissima della figura presidenziale nei confronti del resto del mondo.

Ovvio, quindi, che molta parte della restante responsabilità dovrà gravare su di un ottimo Governo, che Le spetta nominare a breve, subito dopo le legislative del prossimo giugno. Per Lei, quindi, sarà di vitale importanza disporre di un'eccellente squadra. Potrà procedere da perfetto outsider, nel caso che il Suo Partito nuovo di zecca, La République en marche, ottenga una propria, autonoma maggioranza in Parlamento. In caso di coabitazione, o Anatra zoppa all'americana, il bilancino del potere dovrà articolarsi in base a una robusta miscela di rappresentanti della vecchia partitocrazia. Cosa che non mi auguro e, soprattutto, non Le auguro, M. Le Président! Il secondo aspetto, riguarda la sicurezza interna, cavallo di battaglia di Marine(Le Pen. La cito solo con il prenome, però. Così come lei stessa ha voluto presentarsi per la campagna elettorale!), affrontato tuttavia in modo assurdamente demagogico, opposto alla visione pragmatica di un uomo di Stato come Lei, enarque e poi Ispettore delle Finanze, che rappresenta una delle massime aspirazioni degli alti burocrati francesi.

Così, fin da ora sappiamo che la Sua natura di gollista mitterandiano Le impone di sbarrare la strada alla scelta sia di espellere le famose fiche S(persone ritenute pericolose per la sicurezza dello Stato), sia di procedere al disconoscimento della cittadinanza per i foreign fighters di ritorno, mettendo invece l'accento sulla cyber-sicurezza, in modo da oscurare tutti i riferimenti della propaganda jihadista su Internet. Poiché la minaccia incombente e più insidiosa sono gli individui "radicalizzati", la stampa francese accenna alla Sua idea di contenerli all’interno di una sorta di mini Guantanamo transalpine, confinandoli temporaneamente in piccole strutture di detenzione preventiva, senza possibilità di comunicare con l’esterno. Verrebbero, a tal fine, smantellate quelle finte associazioni religiose che incitano alla Jihad e mettono a rischio l’incolumità della République. La lotta senza quartiere al jihadismo prevede da parte Sua un notevole rafforzamento dell’intelligence nazionale, che Lei vorrebbe attuare attraverso la creazione di una unità speciale di supporto diretto all'azione presidenziale e destinata a operare orizzontalmente rispetto alle varie Agenzie. Altro Suo cavallo di battaglia, per quanto riguarda la sicurezza urbana, è rappresentato dal rilancio in grande stile della polizia di prossimità(police de sécurité quotidienne), che fa parte integrante della Sua teoria della "tolleranza zero", nei confronti della microdelinquenza.

In questo senso, ovviamente, è previsto un rafforzamento dei poteri di polizia giudiziaria delle Forze dell’Ordine.

In chiusura, una doverosa nota, diciamo così, "di colore". Le Figaro attribuisce la Sua uscita dal Governo Valls-Hollande – e, quindi la conseguente creazione di REM per la corsa alle presidenziali – perché, citandoLa, Lei stesso dice "avevo verificato dall’interno la vacuità del nostro sistema politico, che impedisce l’affermazione delle idee condivise dalla maggioranza, a tal punto di rendere fragili gli apparati (..) e che ha trasformato la vita dei francesi in semplice decoro all’interno del teatro delle ombre che le è congeniale".

Il pomo della discordia con il "traditore" Valls?

L'avere quest’ultimo esercitato, in occasione della approvazione della legge Macron, i poteri previsti dall'art. 49/c. 3 della Costituzione che contempla il passaggio forzato di una legge a iniziativa governativa. Dopo che Lei, M. Le Président, aveva sudato sette camice per convincere uno a uno i rappresentanti del popolo a concederLe la loro fiducia!

Ecco: i Suoi avversari sono avvertiti!