Si trascrive, di seguito, il testo della lettera in parola, inoltrata in pari data.

“Onorevole Signor Ministro,

‘tristezza immane per le vittime di Rigopiano.

Rispetto profondo per l’inconsolabile dolore dei loro cari.

Fiducia assoluta nell’operato della magistratura.

Solidarietà piena ai colleghi della prefettura di Pescara.

Si è convinti che, fatti e circostanze alla mano, sapranno dimostrare di avere fatto tutto quanto ragionevolmente possibile nelle condizioni date e con le risorse di personale e mezzi a disposizione. (…)’.

Sono, queste, alcune delle considerazioni licenziate da AP con il comunicato-stampa dello scorso 24 novembre.

La priorità assoluta della salvaguardia della vita delle persone, gli sviluppi della cennata vicenda, umana e giudiziaria, suggeriscono la condivisione di una riflessione generale circa potenzialità, competenza, capacità e responsabilità da un lato, possibilità concrete dall’altro, degli uffici deputati a gestire le situazioni di emergenza.

Sempre che risulti confermato quanto informalmente appreso, ancor più alla luce del processo in atto di significativa revisione del quadro normativo in materia di protezione civile, imperniato sulla legge 24 febbraio 1992, n. 225, istitutiva dell’afferente Servizio nazionale.

Benché il “pare” sia d’obbligo, siffatto complessivo ripensamento interesserebbe anche prefetture e relativo ruolo.

Per la particolare rilevanza di quanto dianzi sommariamente rappresentato, si viene dunque a richiedere un incontro con la S.V., che si auspica in tempi brevi.

Nella circostanza, potrebbero essere altresì affrontate questione migranti e sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche, temi proposti con precedente missiva del 20 luglio u.s., rimasta incomprensibilmente senza alcun riscontro.

Nel ringraziare per la cortese attenzione e nel rimanere in attesa di risposta, si porgono intanto sentiti, deferenti saluti.

(Antonio Corona)”