Il Suo nome?
D’altri tempi.
Di re e di regine,
carrozze e cavalli,
ciprie e parrucche,
livree e lame sguainate,
spadaccini e cortigiani,
passioni e intrighi di palazzo,
maschere, tradimenti, tumulti…
Di Lei?
La gentilezza, il garbo,
la capacità di ascolto e di comprensione,
mai ipocriti o celatamente insofferenti.
E la grazia, la leggerezza,
con cui chissà quante volte avrà volteggiato sulle punte
all’inseguimento dei sogni
di ogni bambina con la fotografia in camera
di una étoile da emulare.
Prima che, poi, intraprendesse la strada per il Viminale.
Da Lei onorato,
in ogni momento e situazione,
con profondo Senso del Dovere, delle Istituzioni, dello Stato.
Con dignità.
Che, forse, in fondo,
solo una principessa vera, autentica…
Di Lei soprattutto il sorriso,
pronto a rompersi in un battibaleno
in una risata cristallina, genuina.
Genuina quale Tu sei stata,
cara Maria Antonietta*.                           *Cerniglia, collega(e amica)
Ci mancherai.
Mancherai persino a chi non ti ha conosciuto.
Ti accompagni,
in questo piroettare libera tra le nuvole,
una tenera carezza.
(an.cor.) 

  • 54/c.4 T.U.E.L.. Elementi esplicativi, di Antonio Corona
  • Immigrazione e processi infiniti, di Maurizio Guaitoli

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