a cura di Alba Guggino*

Nella giornata del 7 maggio u.s., si è tenuto, in videoconferenza, un incontro, convocato su richiesta di parte sindacale, volto alla concertazione dei criteri generali che l’Amministrazione intende seguire nella assegnazione dei neo-viceprefetti promossi con decorrenza 1 gennaio 2019.

Al tavolo, presieduto dal Prefetto Maria Grazia Nicolò, Vice Capo Dipartimento reggente del Dipartimento per le Politiche del personale dell’Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, hanno partecipato il Direttore Centrale per le Risorse Umane, Prefetto Anna Maria Manzone, altri viceprefetti in servizio presso lo stesso Dipartimento, il presidente di AP e la scrivente in distacco sindacale, nonché i vertici degli altri sindacati della carriera prefettizia.

La riunione viene introdotta dal Prefetto Manzone che, nel ripercorrere i criteri generali indicati nell’atto dell’Amministrazione del 23 aprile scorso, precisa che risultano da assegnare 15 viceprefetti per i quali sono state individuate 17 sedi tra quelle indicate dall’Amministrazione con precedente circolare del 28 maggio 2019(che recava in allegato un elenco di 49 sedi).

Le 17 sedi sono individuate sulla base di una presenza complessiva di viceprefetti e viceprefetti aggiunti fino al 40% rispetto all’organico.

Il Prefetto precisa che il numero delle sedi tiene conto del fatto che ad alcuni dei 34 dirigenti promossi alla qualifica di viceprefetto già sono stati attribuiti altri incarichi, nonché della decisione di prevedere, per i titolari dei benefici della l. n. 104/1992 per motivi personali, la permanenza nella sede di servizio attuale o l’assegnazione in altra limitrofa, nelle ipotesi di assenza di posti di funzione per la qualifica acquisita.

Il presidente di AP apre il suo intervento richiamando l’importanza del tema della mobilità, che rappresenta da sempre uno degli aspetti di rilievo che l’Associazione si è proposta di affrontare sin dal suo nascere, nella convinzione che solo una riforma strutturata e organica della mobilità stessa, volta a coinvolgere tutto il personale prefettizio, possa rispondere all’esigenza di una idonea ed equa presenza di dirigenti presso le Prefetture.

Su tali premesse, evidenzia come una questione così complessa, come quella della carenza di dirigenti nel territorio, non possa trovare idonea soluzione in tale contesto mediante l’assegnazione di pochi viceprefetti nelle sedi indicate.

Approfondendo, poi, lo specifico tema dell’incontro, il Prefetto Corona rileva delle incongruenze tra quanto emerge nel verbale di concertazione del 27 maggio 2019, redatto dall’Amministrazione, ove venivano già indicati i criteri per l’individuazione delle sedi di assegnazione dei neo-viceprefetti e quanto, invero, riportato nel recente atto del 23 aprile 2020.

In particolare, viene fatto riferimento, in primo luogo, alla circostanza che nel verbale del 27 maggio 2019 si era ritenuto di dover provvedere a colmare le carenze in organico delle Prefetture che registravano una percentuale di presenze effettive di viceprefetti fino al 67% e che quindi evidenziavano una scopertura di circa il 30%.

Con circolare del 28 maggio u.s. l’Amministrazione aveva individuato, quindi, n. 49 sedi rispondenti a tale criterio, riservandosi la possibilità di aggiornarle, al termine del corso per viceprefetto, a fronte di possibili modifiche nella consistenza organica.

In base a quanto sopra, pertanto, ove fossero intervenuti taluni cambiamenti negli organici, dall’elenco delle sedi individuate potevano esserne espunte alcune che non rientrassero più nel criterio citato ovvero ne potevano rientrare altre maggiormente rispondenti, o ancora in assenza di variazioni, le sedi potevano rimanere le stesse.

Non in linea con tale ragionamento, risulta invece quanto indicato di recente dall’Amministrazione.

 Le 17 sedi, infatti, riportate nell’allegato elenco del documento del 23 aprile u.s., non solo rappresentano un numero nettamente inferiore(ancor meno della metà) rispetto alle 49 inizialmente indicate, ma risultano essere state individuate in base al diverso criterio di una presenza che raggiunga nel complesso il 40%  non soltanto considerando i viceprefetti, ma anche i viceprefetti aggiunti e che quindi presentano una scopertura del 60%.

Tale divergenza di criteri ha un inevitabile duplice risvolto.

Da un lato, rischia di avere effetti negativi sulla credibilità stessa dell’Amministrazione che prima sembra auto-vincolarsi giuridicamente a certi criteri e, poi, senza indicare le eventuali, diverse sopravvenute motivazioni, ne prevede altri.

Dall’altro lato, il considerare un numero così limitato di sedi incide anche sul rispetto della meritocrazia, in quanto, essendovi stata una graduatoria di fine corso, i viceprefetti ben collocati nella stessa, che non hanno avuto, nel mentre, la possibilità di avere altri incarichi, rischierebbero di vedersi pregiudicati dovendo effettuare una scelta solo tra le sedi più disagiate, diversamente da quanto sarebbe accaduto se fosse stato possibile scegliere in 34 persone su tutte le 49 sedi.

A conclusione di quanto detto, il Presidente di AP fa due proposte: la prima, è quella da sempre sollecitata all’Amministrazione di una revisione organica delle regole della mobilità; la seconda, che risponde, più nell’immediato, al tema dell’incontro, è quella di applicare quei criteri già elaborati nel maggio 2019 e di consentire, quindi, la scelta sul ventaglio completo delle 49 sedi originariamente previste.

Il Presidente di AP tiene, infine, a precisare quanto sia importante, nell’ambito dei tavoli di concertazione, raggiungere un risultato che accolga, almeno in parte, alcune richieste dei sindacati.

Da diverso tempo, infatti, nell’ambito di tali incontri, l’Amministrazione ritiene di respingere ogni proposta di parte sindacale.

Tale approccio determina di fatto, inevitabilmente, una delegittimazione reciproca.

Auspica vivamente infine che la Amministrazione impieghi il tempo di concertazione rimanente avviando una interlocuzione informale con le Organizzazioni sindacali, diretta a superare per quanto possibile i motivi di divergenza, anche per evitare che l’incontro conclusivo si riduca a mero assolvimento di un adempimento liturgico.

*Dirigente di AP-Associazione Prefettizi