Vita e morte fanno entrambe parte della esistenza
Si nasce, si decede, si ride, si piange,
in un continuo rincorrersi di momenti, belli e brutti
Per ciascuno di essi c’è un tempo

 

Guai rinunciare al sorriso, pure nelle circostanze più difficili
Tale rinuncia, oltre a poter fare alla lunga dimenticare che esista, il sorriso,
può perfino indurre a inclinazioni negatorie della speranza
Ci si incupisce, ci si abitua infine alla tristezza,
con essa alla disperazione, se non anche – come quello suscitato in questi,
ma non soltanto questi, drammatici giorni – all’orrore

 

Ieri, 170° anniversario della Polizia di Stato
Per quanto consta, “vietato”, per disposizioni superiori, parlare di “festa”
Per rispetto della tragedia cui stiamo assistendo
Però… Ieri il covid, oggi l’Ukraina. Domani?
No, si permetta, un “compleanno” è un compleanno, va onorato degnamente,
non ultimo poiché senza giorni di festa perderemmo il significato di quelli di lutto
Il colore dominante diventerebbe il grigio
Ha fatto allora benissimo il Ministro Lamorgese,
“rompendo” questo cliché di campane che paiono quasi,
ormai, condannate a suonare soltanto a morto,
che, nel messaggio rivolto alle donne e agli uomini della Polizia di Stato,
abbia utilizzato senza mezzi termini
questo piccolo, semplice, straordinario, vocabolo: festa
Quanto rumore può provocare una sola parola…
“esserci sempre” e quant’altro
Li si traducano in momenti di condivisione con i cittadini
anche nelle ricorrenze
È ora di tornare nelle piazze,
“insieme, tra la gente”,
Polizia di Stato e non solo
Si confida nel buon senso che di certo
non difetta al Signor Ministro

 

Con l’occasione, sinceri auguri di una serena,
Santa Pasqua,
a voi e ai vostri cari

(an.cor.)

 

  • Conflitto russo-ucraino. Domande, domande… Risposte?, di Antonio Corona
  • “Z”-L’Orgia del Potere. Dove abita il Leviatano?, di Maurizio Guaitoli
  • A proposito di Ukraina…, di Michela Signorini

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