a cura di Grazia Rutoli*

apGiornata densa di incontri lo scorso 11 dicembre: nella mattinata si è tenuta una riunione, presieduta dal vice Capo del Dipartimento per le Politiche del personale, Prefetto Claudio Sgaraglia, sui temi della mobilità straordinaria e della reperibilità.

Per quanto concerne il primo punto, è stata ancora una volta manifestata la contrarietà di AP nei confronti dell’attuale “sistema mobilità” disciplinato dal D.M. 3/12/2003, dimostratosi assolutamente inidoneo ad affrontare il problema della ormai cronica carenza di personale presso le sedi periferiche.

Lo dimostrano i risultati, di fatto scarsi e poco durevoli, ottenuti attraverso l’applicazione del citato D.M..

Non sembra proprio un caso, si è osservato, che l’ultimo bando di mobilità straordinaria risalga al 2008 mentre la recente “mobilità ordinaria” sia apparsa più simile a una procedura di mobilità straordinaria, essendo state inserite nel bando, in prevalenza, sedi con carenza di personale pari o superiore al 50%.

Da parte di AP è stata ribadita, pertanto, la necessità che la questione vada affrontata non con meri provvedimenti-tampone ma attraverso una strategia globale, fatta di interventi organici e di ampio respiro, nella ferma convinzione che la mobilità debba:

  • contribuire alla crescita professionale di ogni singolo funzionario mediante l’acquisizione di esperienze diversificate al centro e sul territorio;
  • risultare equa e solidale, cioè consentire un’attenuazione dei disagi a essa connessi attraverso il coinvolgimento di tutti gli appartenenti alla carriera e non solo degli “ultimi arrivati”, neo viceprefetti o neo viceprefetti aggiunti;
  • permettere all’Amministrazione(e quindi ai dirigenti della carriera prefettizia che ne hanno la responsabilità gestionale) di fare adeguatamente fronte alle proprie molteplici necessità organizzative in ossequio al principio di buona amministrazione.

A tale scopo, AP ha nuovamente rappresentato l’ipotesi di un sistema articolato nelle tre seguenti fasi:

  • l’Amministrazione stabilisce periodicamente quali siano i posti di funzione da attribuire prioritariamente a funzionari da essa individuati – e a ciò provvedendo di intesa con i titolari delle sedi interessate – in base a specifiche capacità e qualità, garantendo idonei benefit in termini di carriera ed economici;
  • successivamente l’Amministrazione mette “a concorso” ogni altro posto di funzione vacante conferibile su base volontaria; in tal caso, non si avrebbe diritto al trattamento economico per i trasferimenti d’ufficio;
  •  esaurite le suddette procedure, l’Amministrazione assegna i residui posti di funzione secondo criteri da stabilire(anzianità, situazione familiare ecc.) e tempi di permanenza certi e predeterminati. In questa, come nella prima fase, spetterebbe agli interessati il trattamento economico per i trasferimenti d’ufficio.

Sulla posizione di AP, che non pretende, ovviamente, di “esaurire” la questione ma vuole costituire una piattaforma utile a un costruttivo confronto, sembra si sia finalmente registrata un’apertura sia dell’Amministrazione sia delle altre OO.SS. le quali sono state invitate a elaborare proposte modificative dell’attuale disciplina che verranno discusse all’inizio del prossimo mese di gennaio.

È stato poi ripreso il delicato tema della reperibilità, molto sentito dal personale prefettizio che opera sul territorio il quale molto spesso esplica tale complessa attività in condizioni assai critiche.

Sul punto, AP ha manifestato la convinzione che l’istituto debba essere valorizzato in quanto elemento caratterizzante della mission prefettizia che – proprio attraverso la reperibilità – si conferma punto di riferimento h24 sia per i cittadini sia per gli altri istituzioni e organismi presenti sul territorio.

Ciò è avvalorato ancor più se si consideri che quella del dirigente prefettizio è una reperibilità atipica, che non si esaurisce certo nell’obbligo di tenersi prontamente rintracciabile ma si attua il più delle volte nell’esercizio concreto delle funzioni prefettizie più delicate e pregnanti. Sarebbe quindi giusto e opportuno che tale attività venisse adeguatamente considerata in sede di valutazione delle funzioni e delle attività poste in essere dai dirigenti prefettizi.

Sull’ipotesi, formulata da altra sigla sindacale, di disciplinare l’istituto attraverso la fissazione di linee-guida in sede centrale, AP ha rammentato che l’istituto è già regolamentato piuttosto compiutamente dal dPR n. 105/2008 che, all’art. 11, ne definisce i principi generali. Sulla scorta di questi ultimi, ogni singolo ufficio può stabilire poi – attraverso accordi sindacali decentrati oppure tramite direttive del titolare dell’ufficio – le modalità di applicazione della reperibilità in base alle esigenze della struttura e a quelle del contesto locale.

È fisiologico, quindi, che nella concreta esplicazione dell’istituto si possa riscontrare una certa disomogeneità sul territorio, la quale però deve essere sempre contenuta nei confini dei criteri-base indicati dalla normativa.

Anche su detto argomento saranno forniti contributi da parte delle OO.SS. finalizzati a migliorare e valorizzare la reperibilità, individuando anche, eventualmente, ulteriori linee-guida chiarificatrici rispetto alle prescrizioni di cui al citato art. 11 d.lgs n.105/2008, ferme restando però le specificità di ogni sede e l’autonomia organizzativa dei prefetti titolari delle strutture ove vige la reperibilità medesima.

Sempre nella giornata dell’11 dicembre si è tenuto il secondo incontro del tavolo tecnico sul tema della revisione del sistema di valutazione e dei criteri attualmente vigenti per la promozione alla qualifica di viceprefetto.

In proposito, AP ha ribadito l’opportunità di operare modifiche all’attuale sistema ancorandolo il più possibile a parametri oggettivi, concreti e misurabili anziché a concetti astratti, teorici e difficilmente valutabili.

In tal senso AP ha proposto – coerentemente con la posizione assunta sul tema della mobilità – di assegnare un rilievo importante alle situazioni di sofferenza vissute dai colleghi in servizio presso sedi particolarmente disagiate; sul punto si potrebbe, ad esempio, incrementare il punteggio relativo alle reggenze, nonché alle procedure di mobilità e alle missioni per esigenze dell’Amministrazione in relazione a sedi connotate da forte carenza di organico o altre specifiche criticità.

Tale parametro andrebbe poi incrociato con quello relativo al posto di funzione ricoperto(si potrebbe per esempio ipotizzare una differenziazione nell’ambito dei diversi incarichi di funzione) e con quello inerente alla valutazione annuale dell’attività svolta e dei risultati(andrebbe migliorata la “relazione” del dirigente e la correlata “scheda” di valutazione, individuando inoltre un coefficiente moltiplicatore corrispondente ai diversi gradi di giudizio riportati nella scheda di valutazione medesima).

Anche su tale argomento si è concordato di aggiornare il tavolo al prossimo mese, previa elaborazione, da parte dell’Amministrazione, delle osservazioni e proposte pervenute dalle OO.SS..

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi