a cura di Grazia Rutoli*

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Il 23 maggio scorso si è tenuta una riunione, presieduta dal vice Capo del Dipartimento per le politiche del personale, prefetto Claudio Sgaraglia, riguardo bando di mobilità straordinaria per viceprefetti e viceprefetti aggiunti.

Sul punto è ormai nota la posizione di AP, unica sigla sindacale che in questi anni ha avuto il coraggio di opporsi alle “soluzioni tampone” proponendo un diverso sistema della mobilità basato sul coinvolgimento di tutto il personale prefettizio e non solo degli ultimi arrivati(neo-VPA e neo-VP).

Nell’incontro dell’11 dicembre 2015, la nostra articolata proposta aveva finalmente registrato una apertura da parte sia della Amministrazione, sia degli altri sindacati, i quali pure avevano giudicato inadeguato l’attuale impianto, tanto che si era deciso di riavviare il confronto sulla modifica del D.M. 3 dicembre 2003, che disciplina la mobilità, dimostratosi nei fatti assolutamente inadeguato ad affrontare il drammatico problema della ormai cronica carenza di personale che affligge la nostra Amministrazione, soprattutto le sedi periferiche. Lo hanno dimostrato i risultati insoddisfacenti ottenuti attraverso l’applicazione del citato D.M., sia per quanto concerne la mobilità ordinaria sia per quella cd. straordinaria o incentivata che infatti non era più stata posta in essere dal lontano 2008.

Purtroppo, però, nelle successive riunioni del 24 marzo e del 23 maggio non si è registrato alcun passo avanti nella direzione di un costruttivo confronto finalizzato ad affrontare il problema attraverso una strategia globale e di ampio respiro. Si è anzi deciso di addivenire comunque all’intesa per l’avvio di una procedura di mobilità cd. straordinaria. Coerentemente con la posizione da sempre espressa, AP ha quindi manifestato la propria indisponibilità alla firma dell’accordo richiamando ancora una volta le osservazioni e proposte formulate sul tema in innumerevoli occasioni, da ultimo con nota del 9 dicembre 2015.

Il successivo 24 maggio si è tenuto un incontro del tavolo tecnico sul tema della reperibilità, molto sentito dal personale che opera sul territorio.

Dal confronto è emerso che questo delicato servizio, pur rappresentando una funzione caratterizzante dell’organismo prefettizio, non è sufficientemente considerato e apprezzato e che i colleghi si trovano ad affrontarlo spesso in condizioni di difficoltà e disagio. È emersa altresì una diffusa disomogeneità nelle modalità di applicazione dell’istituto sul territorio, la quale peraltro è in parte giustificata dalle specificità dei diversi contesti locali. Le OO.SS. presenti hanno formulato osservazioni e spunti propositivi concordando sulla necessità di valorizzare questa delicata, complessa attività e favorire migliori condizioni per la sua esplicazione.

Da parte di AP è stato posto l’accento, tra l’altro, sui seguenti punti: l’istituto è già regolamentato compiutamente dal dPR n. 105/2008, che all’art. 11 ne fissa principi generali e criteri guida; le predette disposizioni vanno poi integrate con quelle inerenti all’orario di lavoro(art. 4 dPR n.105/2008, d.lgs n.66/2003); per quanto riguarda le modalità applicative della reperibilità va salvaguardata l’autonomia organizzativa dei titolari degli uffici in relazione alle esigenze della struttura e del contesto locale; la reperibilità(che consiste nel mero obbligo di tenersi prontamente rintracciabile) va tenuta distinta dalla presenza in servizio in giorni o orari non lavorativi; va assicurato il rispetto dell’obbligo del riposo settimanale e del riposo compensativo come pure della attività di formazione, aggiornamento, addestramento e (ove necessario) affiancamento dei dirigenti impegnati nel servizio di reperibilità.

Il tavolo di lavoro è stato aggiornato al fine di individuare eventuali, ulteriori linee-guida chiarificatrici rispetto alle vigenti prescrizioni normative.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi