a cura di Roberta Dal Prato*

Lo scorso 21 novembre si è tenuto, nella Sala “Mappamondo” al Viminale, un incontro del Sottosegretario Dep. Carlo Sibilia con le OO.SS. prefetttizie riguardo i criteri di promozione alla qualifica di viceprefetto. Hanno altresì partecipato il Capo Dipartimento per le Politiche del personale dell’Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, Prefetto Luigi Varratta, e il Vice Capo Dipartimento, Prefetto Maria Grazia Nicolò.

Il Sottosegretario, in primo luogo, ha posto in evidenza come l’argomento dell’incontro risulti particolarmente significativo dal momento che avvia un discorso di prospettiva volto a delineare il futuro dell’Amministrazione, nell’ambito del quale diviene essenziale individuare i “nodi chiave” attuali e porsi alcune domande.

Prima fra tutte, “cosa fa del Prefetto un buon prefetto?”: ciò al fine anche di poter tratteggiare un sistema di valutazione  più adeguato che tenga conto dell’intero percorso professionale di ciascun dirigente e che sia strutturato su elementi obiettivi al fine di una effettiva comparazione effettiva fra tutti gli appartenenti alla carriera prefettizia.

Numerose le problematiche sollevate, a volte diverse le visioni emerse e le soluzioni prospettate.

Il Presidente di AP, nel paventare “rischi di implosione” nella carriera, ha richiamato l’attenzione su numerose questioni, tutte rilevanti in ordine al sistema di valutazione e tra loro collegate, ciascuna sicuramente meritevole di specifico approfondimento, fra le quali:

  • la mancata trasformazione del ruolo di anzianità in ruolo di merito, per effetto dell’inattuato aggiornamento triennale delle posizioni previsto dall’art. 7/c.5 d.lgs n. 139/2000;
  • le carenze sempre maggiori nella qualifica di viceprefetto aggiunto, che hanno tra l’altro determinato in senso “discendente”, verso il basso, la attribuzione di numerose reggenze ai viceprefetti, cui AP si è vanamente opposta;
  • l’opportunità di addivenire, nell’ottica di una flessibilità organizzativa, all’accorpamento dei viceprefetti e dei viceprefetti aggiunti in un’unica qualifica, che favorirebbe, tra l’altro, l’affermarsi di una logica diversa in grado di favorire il passaggio da uno sviluppo di carriera “per qualifica” a uno “per incarichi”;
  • una ridefinizione organica del vigente sistema di mobilità affinché essa possa assurgere, da un lato, a momento ordinario di maturazione professionale, dall’altro a strumento premiale, con benefit in termini di carriera ed economici, a vantaggio dei dirigenti i quali, in ragione delle loro specifiche capacità e qualità, siano coinvolti dall’Amministrazione nello svolgimento di funzioni considerate meritevoli di particolare attenzione;
  • la consapevolezza che il processo di valutazione, per poter essere rispondente a criteri di merito, debba tenere adeguatamente conto sia del giudizio “soggettivo” dei rispettivi responsabili di struttura, sia degli incarichi effettivamente espletati nel corso della carriera e, in particolare, della diversificazione delle esperienze sia al centro sia in periferia. In ragione di ciò, si dovrebbe prevedere, fin da subito, che i punteggi attribuibili(nella Cat. A- Posizione) alle funzioni svolte dai viceprefetti aggiunti siano diversi a seconda della fascia in cui rientra il posto assegnato, così che la graduazione non rilevi più esclusivamente a fini economici(attribuendo così particolare valenza, per esempio, al ruolo svolto dai capi di gabinetto nelle prefetture – che, quando conferibili ai viceprefetti aggiunti, fanno spesso registrare interpelli andati deserti – e, al centro, dai titolari di posti che nel decreto di graduazione siano stati riconosciuti di fascia superiore per la natura della funzione o per il livello di responsabilità).

Nella medesima giornata, alla presenza dei Prefetti Maria Grazia Nicolò e Anna Maria Manzone, si è tenuto un tavolo finalizzato all’avvio di una procedura di mobilità ordinaria riservata a viceprefetti.

La proposta iniziale dell’Amministrazione prevedeva che questa fosse destinata in primo luogo alle Prefetture contraddistinte da una presenza di viceprefetti fino al 67% della dotazione organica, estesa in considerazione della rilevante attività di talune sedi in quanto capoluoghi di regione, nonché delle esigenze di Prefetture soggette a decrementi nelle presenze di personale dirigenziale a seguito di collocamenti a riposo già previsti o trasferimenti in corso e in relazione alle maggiori attività connesse al CARA di Mineo. È stato infine precisato che, come avvenuto in precedenza, l’elenco possa essere suscettibile di aggiornamento in ordine a esiti di procedure per posti di vicario e capo di gabinetto.

AP ha richiamato le osservazioni più volte formulate in precedenti confronti sul tema della mobilità e, per ultimo, nell’incontro con il Sottosegretario Sibilia di inizi settembre – per il quale si rinvia alla settima raccolta, anno XV, de il commento, 3 settembre 2018, in AP-Associazione Prefettizi informa, www.ilcommento.it – evidenziando la necessità di prevedere interventi organici di revisione delle regole che disciplinano la materia, in un contesto più ampio di riordino anche di altri istituti a quest’ultima collegati.

Nel secondo, conclusivo incontro sull’argomento, tenutosi in data 28 novembre, l’Amministrazione, anche a fronte di istanze dei sindacati, ha ritenuto di integrare il precedente elenco con alcune sedi, per un totale di 62 Prefetture–UU.tt.G.: Foggia(per le esigenze connesse alle problematiche dell’immigrazione), Forlì-Cesena e Ragusa(in relazione a trasferimenti in uscita di viceprefetti da quelle sedi), Reggio Emilia(a seguito di un significativo incremento delle attività connesse alle certificazioni antimafia) e Trapani(quale conseguenza dell’esito negativo della procedura di attribuzione del posto di capo di gabinetto).

AP si è resa disponibile a concertare, pur mantenendo inalterata la propria posizione in ordine alla inadeguatezza della disciplina vigente e alla indifferibilità del relativo processo di revisione(riserva di cui è stato chiesto di lasciare inequivocabile traccia a verbale).

Ciò quale segno di riconoscimento dell’apertura al dialogo e al confronto espressa dal Sottosegretario Sibilia – che si auspica si traduca nell’avvio di un percorso di analisi e riforme capace di incidere in modo costruttivo, seppure con le dovute cautele, sull’attuale sistema – nonché della disponibilità che emerge dall’atteggiamento assunto dagli attuali vertici amministrativi.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi