a cura di Grazia Rutoli*

apLo scorso 1 dicembre è stato convocato un incontro tecnico per la definizione dei criteri per la distribuzione del 40% dei Fondi P.A.C.(Piano di azione e coesione-Programma nazionale Servizi di cura per l’infanzia e gli anziani non autosufficienti) al personale prefettizio che ha svolto attività inerenti la gestione del fenomeno migratorio.

AP non ha partecipato alla riunione in quanto non firmataria dell’Accordo sulla assegnazione dei fondi PAC per l’anno 2013, sottoscritto il 4 novembre 2016, per i motivi già esplicitati in precedenti occasioni e che hanno formato oggetto di apposito quesito, che si riporta in calce.

Il successivo 5 dicembre si è tenuta una riunione di concertazione, ancora a tavoli separati, presieduta dal vice Capo del Dipartimento per le Politiche del personale, Prefetto Claudio Sgaraglia, sull’argomento della assegnazione delle sedi ai neo-viceprefetti promossi con decorrenza 1 gennaio 2015.

Sul punto, nei giorni scorsi la Amministrazione aveva comunicato ai sindacati i criteri generali per la individuazione delle sedi da mettere a disposizione dei suddetti viceprefetti.

Tali criteri si sostanziano nel dare priorità agli uffici periferici caratterizzati da più grave carenza di personale prefettizio.

Le sedi proposte, pertanto, sono: Ascoli Piceno, Asti, Bari, Barletta Andria Trani, Belluno, Bergamo, Brindisi, Bolzano, Cremona, Crotone, Macerata, Monza e Brianza, Nuoro, Pavia, Pordenone, Ragusa, Siena, Sondrio, Udine, Varese, Venezia, Verbano Cusio Ossola, Vibo Valentia.

Ricollegandosi a quanto rappresentato sul tema in precedenti, molteplici occasioni, AP ha espresso la propria ferma contrarietà alla procedura in esame, principalmente per i seguenti motivi:

  • non è giusto che un problema così grave come quello della cronica carenza di personale sul territorio venga di fatto “scaricato” su di un esiguo gruppo di dirigenti a fronte di tante altre situazioni, ormai cristallizzate, di colleghi che permangono nella stessa sede pressoché per l’intera carriera;
  • le precedenti procedure di assegnazione di neo-viceprefetti non hanno dato i risultati attesi né in termini di durata né in termini di efficienza, essendosi rivelate come meri interventi tampone, al punto che le sedi prefettizie proposte ai VP 2015 sono le stesse(!) di quelle proposte ai VP 2014;
  • le assegnazioni dei neo-viceprefetti, così come tutte le altre tipologie di assegnazioni e trasferimenti, devono rientrare in un più ampio discorso strategico, finalizzato a una migliore e più equa allocazione delle risorse sul territorio. A tal fine è necessario operare, in primis, una completa rivisitazione della disciplina della mobilità(dm 3 dicembre 2003), che preveda il coinvolgimento di tutto il personale prefettizio. In proposito, sono state richiamate le specifiche proposte avanzate da AP nel corso degli anni.

Al termine del confronto, AP ha quindi manifestato la propria indisponibilità alla concertazione.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi

_____________________________________

Allegato(fondi P.A.C., quesito)

U R G E N T E

Roma, 2 dicembre 2016

 

   Al Ministero dell’Interno

Dipartimento per le Politiche del personale dell’Amministrazione

civile e per le Risorse strumentali e finanziarie

Uffico IV-Relazioni sindacali

ROMA

Oggetto: Fondo per la retribuzione di posizione e risultato 2013–fondi P.A.C.. Quesito.

Nella riunione tenutasi il 20 ottobre u.s., questa AP ha sollevato talune perplessità in ordine alla assegnazione delle risorse relative ai Fondi P.A.C.–Piano di Azione e Coesione–Programma Nazionale servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti.

In particolare.

Dall’esame della documentazione ricevuta sull’argomento.

Previo parere del Dipartimento della Funzione pubblica (cfr. nota n. 50958/2013), le suddette risorse sono confluite nel Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato del personale della carriera prefettizia anno 2013 – di cui alla Determina del Direttore centrale per le risorse strumentali e finanziare del 4 maggio 2016 – da destinarsi poi agli interessati, in sede di contrattazione integrativa, in ragione del numero delle unità, delle responsabilità e del maggiore impegno richiesto (cfr. nota MEF-Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato).

Le risorse in parola si presentano dunque come speciale indennità da riconoscersi per lo svolgimento di attività non ricomprese in quelle istituzionali del Ministero dell’Interno, che richiedono un impegno che va oltre i compiti ordinari d’ufficio (cfr. nota Autorità di Gestione n. 153/2013).

Attività aggiuntive a quelle ordinariamente svolte, insomma, come altresì avvalorato dalla Relazione illustrativa-tecnica della medesima Autorità di Gestione che definisce detto compenso quale emolumento accessorio aggiuntivo a motivo della natura straordinaria dei compiti da espletare.

Le risorse in argomento sembrerebbero perciò a destinazione vincolata, destinate cioè soltanto a coloro, e a nessun altro, che assolvano effettivamente compiti P.A.C. – senza per questi essere remunerati – oltre a quelli ordinari.

Ne discenderebbe la impercorribilità della loro assegnazione a personale:

  • che svolga attività di tutt’altra natura e non anche quelle qui di interesse;
  • che sia specificamente assegnato in via esclusiva all’assolvimento di “attività P.A.C.” e per queste sia già retribuito con il complesso della retribuzione (tabellare+accessoria) stabilita per gli appartenenti alla carriera prefettizia.

Tanto si prega di sottoporre con apposito quesito ai competenti Uffici, anche nella prospettiva delle prossime sedute sul “Fondo” delle annualità successive al 2013.

Si ringrazia per la attenzione e si rimane in attesa di cortese riscontro.

Il Presidente
  (Corona)

Con l’occasione, a margine.

Volendo viceversa assumere, come mera ipotesi, che le risorse in trattazione non siano a destinazione vincolata, conseguentemente non si comprende allora la destinazione di ben il 60% del loro totale a coloro – tra l’altro, una minoranza invero assai esigua della intera carriera – che operino nel P.A.C..