di Grazia Rutoli*

apIl 9 marzo scorso, su richiesta di AP, si è tenuto un incontro, presieduto dal Vice Capo Dipartimento per le Politiche del personale, Prefetto Claudio Sgaraglia, per la concertazione sui criteri generali per la nomina a prefetto.

In apertura, è stato dato atto che a seguito della soppressione della Commissione consultiva ex art. 9 del d.lgs n.139/2000, le attività svolte dal predetto organismo sono state trasferite, come previsto dall’art. 20 della legge n. 135/2012, agli uffici del citato Dipartimento.

Nel corso della riunione, il rappresentante di AP ha svolto un articolato intervento prendendo spunto proprio dal lavoro della Commissione consultiva la quale, nel 2011, aveva stabilito di “introdurre gradualmente criteri più rigorosi per l’individuazione dei funzionari idonei alla nomina a prefetto, confermando l’opportunità di proseguire il percorso avviato pervenendo alla definizione di una rosa più stretta e qualitativamente elevata di nominandi, nel rispetto degli ambiti di scelta riservati al vertice  politico”. Purtroppo  tali  intenzioni non hanno avuto seguito nei fatti, ragion per cui negli ultimi anni AP non è addivenuta alla concertazione.

Anche per il 2015 i criteri proposti sono risultati identici a quelli già formulati in precedenza: limite massimo di 64anni di età; permanenza di almeno 5 anni nella qualifica di viceprefetto; conseguimento del massimo nelle schede di valutazione relative al quinquennio d’interesse; svolgimento nel quinquennio di almeno un incarico di fascia E-super per un anno, oppure di almeno 2 incarichi in fascia E(di cui solo uno per almeno 1 anno) al centro e sul territorio o, in alternativa, in due sedi periferiche.

In relazione a tanto, AP ha ribadito ancora una volta la propria contrarietà a criteri eccessivamente inclusivi, che non favoriscono una selezione meritocratica e determinano un appiattimento delle singole “storie” dei funzionari da proporre per la nomina. Ha richiamato quindi le molteplici osservazioni e proposte già avanzate in precedenti occasioni, compendiate anche in diversi interventi del Presidente su il commento(cfr., tra gli altri, nelle raccolte n.13/2009, nn.9 e 14/2010, n.13/2011, n. 22/2012, www.ilcommento.it). In particolare, è stata nuovamente evidenziata la necessità di rendere più rigorosi e stringenti i criteri attualmente vigenti proponendo che gli stessi vengano modificati nella direzione di dare riconoscimento ai funzionari che hanno ricoperto, per un significativo periodo di   tempo,   incarichi   di   maggiore   rilievo, diversificando le loro esperienze sia presso gli uffici centrali sia sul territorio, in sedi geograficamente diverse.

Conseguentemente è stata riaffermata la esigenza di garantire a tutti la possibilità di accedere alle posizioni funzionali più elevate, uniformando le procedure di assegnazione degli incarichi di diretta collaborazione al centro e sul territorio.

È stato inoltre chiesto di valorizzare l’impegno e il sacrificio dei colleghi che prestano servizio in sedi caratterizzate da gravissime carenze di personale.

È stata infine nuovamente richiesta la modifica del criterio relativo  al conseguimento del massimo nelle schede di valutazione inerenti il quinquennio di riferimento, considerato eccessivamente penalizzante, proponendo che non si tenga conto di una sola eventuale attenuazione del giudizio di valutazione nell’arco dei cinque anni.

A conclusione dell’incontro, AP ha quindi manifestato la propria indisponibilità a concertare, non avendo l’Amministrazione ritenuto di aderire ad alcuna delle proposte formulate.

In sintesi, il commento del Presidente di AP, che si riserva di intervenire nuovamente sull’argomento, sulla posizione della Amministrazione: “Imbarazzante e deludente”.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi