di Leopoldo Falco

In viaggio in auto verso i luoghi delle mie radici, con una rappresentanza familiare decrescente a causa della progressiva maggior età dei figli, negli spazi tra le interlocuzioni con mia moglie(ci si dice ciò che di solito non si ha il tempo di dirsi), vivo alla guida in autostrada momenti di riflessione e di libero sfogo alla fantasia.

Piccoli bilanci, ma anche spazi liberi nei quali il pensiero va…

Penso che sia bello poter raggiungere in tempi brevi luoghi amati situati in mondi diversi, così lontani dalla Capitale, microcosmi nei quali il tempo si è anche un po’ fermato, ma che comunque custodiscono un’identità propria e particolare… a prescindere, luoghi del cuore che ripropongono una storia familiare e antica e, in quanto tali, per me speciali.

Luoghi nei quali la presenza diventa inevitabilmente un tuffo nel passato, perché tutto lo richiama, e tu sei il prosecutore di una storia antica che è la tua storia…

Sono molto legato alle mie radici e ai miei avi, che hanno contribuito a formare un mio modo di essere e pensare, direi un mio sentimento, una mia devozione, in particolare verso quei luoghi e quella casa.

E questa vicinanza verso persone che non ho conosciuto ma di cui avverto in particolare lì la presenza, mi porta spesso a ripensare a loro e a quanto mi hanno tramandato.

Tra loro uno zio ingegnere, di forte personalità e grande ascendente sui familiari.

Scapolo e ultimo di sei fratelli, ebbe una brillantissima carriera quale Ingegnere del Genio civile che lo portò a inizio ‘900 a divenire uno dei primi 5 tecnici del regno; ma anche una lungimiranza e una generosità che lo rese il riferimento nell’ampia famiglia allargata, colui che assumeva le più importanti decisioni, ma anche l’ausilio di tutti coloro che erano in difficoltà.

Un pater familias molto amato e rispettato, una bella persona.

Ci ha lasciato ampia documentazione delle sue opere(lo sventramento del quartiere portuale di Napoli!) e delle corrispondenze con i fratelli e nipoti dalle quali traspaiono la sua tempra, il suo rigore morale, il suo amore per la famiglia.

Un personaggio affascinante, morto un secolo fa, che però mi sembra di conoscere…

E nel mio fantasticare “autostradale” mi è capitato di immaginare di averlo seduto al mio fianco e di confrontarmi con lui, soprattutto ascoltandolo, sul nostro modo di pensare, sui valori familiari, su un mondo cambiato sotto la spinta in particolare di un progresso tecnologico al quale lui era sensibile.

Sull’immutabilità di modi di essere e di valori anche nel più frenetico cambiamento; perché vi sono dei valori immutabili nel tempo, che si trasmettono e connotano, sono un marchio distintivo.

Immagino una sua solenne e pacata saggezza; un suo affetto grande, perché sono sicuro che mi conosce e segue le mie vicende; un suo ritrovare oggi i risultati di felici scelte passate che traguardavano il presente.

Immagino anche una sua emozione nei confronti di quel progresso scientifico che ha cambiato il mondo e facilitato le nostre vite, di cittadini del mondo che però non hanno smarrito i legami con le proprie radici.

Immagino che lui, nella sua immutata dimensione di pater familias, mi parli degli avi, delle loro storie, quasi presentandomeli… e che il mio spazioso Galaxi si popoli improvvisamente di tante presenze, tutte affettuose, forse anche rumorose, che si palesano accompagnandomi nel viaggio verso la  “nostra” casa.

Immagino un suo candore e riserbo antico, un approccio autorevole ma garbato ai grandi, immutabili, temi della vita.

Un sentire comune che si evidenzia anche nei silenzi e nelle pause.

Un “noi siamo” che vale più di ogni discorso e ci unisce a prescindere.

Un “noi siamo” che è la nostra storia, in parte inconsapevole, eppure viva.

Una grande ricchezza che è mia e della mia famiglia ma non è un privilegio, perché tutti hanno una propria storia familiare, di cui devono acquisire consapevolezza, comprendendo quanto le nostre vite trovino presupposto nelle storie dei nostri maggiori, nelle loro scelte, nei loro sacrifici, nel loro amore per le future generazioni.

E mentre il Galaxi solca, a suon di musica e con leggerezza l’autostrada, nell’intimità del calore familiare presente nell’abitacolo, avverto una presenza forte e protettiva, straordinaria e molteplice.

La mia famiglia, i miei affetti, il mio essere, la mia vita.