a cura di Roberta Dal Prato*

Lo scorso 25 ottobre, presso la Sala Consiglio del Gabinetto, il Ministro dell’Interno, consigliere di Stato Luciana Lamorgese, ha ricevuto Organizzazioni sindacali rappresentative dell’intero personale dell’Amministrazione civile.

Al tavolo, il Capo Gabinetto del Ministro, prefetto Matteo Piantedosi, il Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, prefetto Luigi Varratta, unitamente ai Vice Capo Dipartimento, i prefetti Maria Grazia Nicolò e Anna Maria Manzone.

Il Ministro ha salutato calorosamente e ringraziato anticipatamente i presenti, che ha esortato a esprimere osservazioni e fare proposte, ritenendo di grande utilità poter contare su un confronto con le OO.SS. sulle questioni di interesse dell’Amministrazione.

Si sono quindi succeduti gli interventi dei rappresentanti delle Organizzazioni, ciascuno dei quali ha evidenziato le problematiche maggiormente avvertite e le tematiche ritenute meritevoli di approfondimento e di interventi più immediati.

È stata tra l’altro sottolineata la necessità di colmare, seppure progressivamente, le carenze negli organici riscontrabili in tutte le qualifiche, favorendo l’attuazione della logica dei piani triennali di fabbisogno del personale rispetto a quella delle piante organiche; sull’argomento, a più voci, è stato lamentato il passaggio dalle singole Amministrazioni alla Funzione Pubblica, in modo unitario, della competenza di organizzare le procedure di reclutamento.

Attenzione è stata posta sull’esigenza di garantire formazione e aggiornamento periodico di tutto il personale, tenuto conto che, da vari anni, è stato dato spazio, quasi in via esclusiva, alla formazione obbligatoria.

Relativamente a questioni di natura retributiva, i vari comparti hanno sollecitato la necessità di adeguamento, quali l’incremento del Fondo Unico o l’equiparazione dell’indennità di amministrazione a quella attribuita da altre Amministrazioni al personale contrattualizzato.

 

Il Presidente di AP, intervenuto subito dopo i rappresentanti della dirigenza dell’area economico-finanziaria, ha preferito soffermarsi brevemente non su tematiche ampiamente conosciute, bensì su taluni aspetti pratici e di immediata sostanza, soltanto apparentemente di dettaglio, che incidono sulla azione corrente delle prefetture.

Rappresentata particolare vicinanza ai dirigenti contrattualizzati – il cui “numero” assolutamente inadeguato costringe le sedi a “litigarseli” – chiamati a esercitare funzioni e compiti essenziali ai fini del buon andamento delle attività e caratterizzate da un’oggettiva complessità(come quelle correlate alla gestione dell’accoglienza nell’ambito del fenomeno migratorio), ha fatto cenno alle difficoltà operativo-funzionali che incontrano quotidianamente gli Uffici periferici, muovendo dall’analisi del sistema di protezione civile.

Permane per esempio irrisolta la criticità della reperibilità h24, in quanto di fatto prevista per la sola dirigenza prefettizia e non anche per il personale contrattualizzato.

Circostanza che potrebbe compromettere significativamente la capacità di reazione alle eventuali emergenze, in particolare nelle ore notturne e nelle giornate non lavorative, come per ritardi nella tempestiva attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi, nonostante la conferma, se non l’incremento, a norma del recente Codice, di delicatissimi compiti in capo alle prefetture.

Altra questione di estrema delicatezza, le difficoltà – testimoniate da bandi/avvisi di gara spesso andati deserti – ad assicurare la occorrente disponibilità, a norma del capitolato in essere, di strutture di accoglienza per richiedenti asilo.

Le conseguenti, inevitabili, ripetute proroghe di validità di contratti stipulati a suo tempo a condizioni sensibilmente diverse, potrebbero addirittura e paradossalmente prestare il fianco a rilievi dei competenti Organi di controllo contabile.

Ulteriori problematicità, poste pure da altri intervenuti, derivano da preoccupanti carenze negli organici, che risulterebbe semplicemente illusorio ritenere superabili da mere riperimetrazioni delle aree, anziché da mirate ed efficaci strategie di reclutamento.

Apprezzamento, viceversa, per la maggiore “presenza” dello stesso Ministro, direttamente o per il tramite del Capo di Gabinetto, in materia di ordine e sicurezza pubblica, avvertita negli ultimi tempi nelle relazioni tra uffici centrali e prefetti in sede/prefetture.

Infine, unitamente ai più sinceri auguri per un proficuo lavoro, è stata rinnovata al Ministro massimi disponibilità e ascolto di AP per la individuazione delle possibili soluzioni alle diverse tematiche.

 

Il precedente 10 ottobre, presso il Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, si è tenuto un incontro relativo al Fondo per la retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato del personale della carriera prefettizia per l’anno 2016, presenti i Vice Capi del Dipartimento unitamente al Direttore centrale per le Risorse finanziarie e strumentali, Giancarlo Verde, che hanno illustrato una ipotesi di ripartizione delle risorse.

Il Fondo ammonta a euro 49.343.031,68 al lordo degli oneri a carico dello Stato, ed è comprensivo anche delle risorse provenienti dal Fondo di Rotazione per il PAC “Programma Nazionale Servizi di cura per l’infanzia e gli anziani non autosufficienti”, dato quest’ultimo in ordine al quale la rappresentate di AP ha ribadito ripetutamente significative perplessità riguardo alla relativa utilizzabilità.

L’ipotesi di distribuzione ripropone criteri analoghi a quelli fissati per le precedenti annualità, tranne che per quegli accantonamenti che erano stati anteriormente previsti per le cosiddette “promozioni bianche”, ovvero con decorrenze comprese tra gli anni 2011 e 2014.

Si rammenta come nei suddetti casi, in applicazione del D.L. n. 78/2010, il trattamento accessorio fu erogato ai neo viceprefetti solo a far data dall’effettivo conferimento dell’incarico di qualifica superiore.

In proposito, è stato fatto conoscere che il Ministero dell’Economia e delle Finanze – invitato dall’Amministrazione a chiarire se “(…) le risorse accantonate debbano considerarsi non più utilizzabili ovvero possano rientrare nella disponibilità del Fondo per essere distribuite con destinazione da definirsi in sede di contrattazione decentrata (…)” – ha precisato, con nota in data 10 giugno 2019,  che tali somme “(…) vadano annoverate tra le economie di bilancio e non debbano, pertanto, confluire nel Fondo per il trattamento accessorio (…)”.

L’attenzione è stata quindi posta su quelle somme confluite nel Fondo a seguito dei versamenti effettuati in conto entrate da titolari di incarichi e commissariamenti di enti locali per finalità di copertura degli oneri per stipulare la polizza assicurativa professionale, dimostratesi evidentemente insufficienti.

Al riguardo è stata condivisa l’esigenza di sollecitare un intervento normativo, anche in fase di rinnovo contrattuale, che preveda soluzioni percorribili e soprattutto introduca misure efficaci a tutela dei colleghi nell’esercizio delle rispettive funzioni.

Il successivo 14 ottobre, riunione ai fini dell’avvio della procedura volta all’assegnazione di trenta dirigenti che, al termine del V corso di formazione iniziale, sono stati nominati viceprefetti aggiunti con decorrenza 27 marzo 2019.

Nella circostanza, il Vice Capo Dipartimento Vicario, prefetto Maria Grazia Nicolò, e il Direttore centrale per le Risorse umane, prefetto Anna Maria Manzone, nel porre in evidenza preliminarmente le criticità di quelle sedi contraddistinte da carenze in organico molto significative, hanno comunicato i criteri che l’Amministrazione intende applicare per l’individuazione delle prefetture ove destinare i giovani colleghi con l’obiettivo di andare incontro alle necessità del territorio.

In particolare, hanno sottolineato come si sia tenuto conto, in primo luogo, delle esigenze delle sedi in cui non presta servizio alcun viceprefetto aggiunto, ovvero contraddistinte dalla presenza di un solo viceprefetto aggiunto e una percentuale complessiva di viceprefetti e viceprefetti aggiunti fino al 40%.

Inoltre, sono state considerate le particolari esigenze dei capoluoghi di Regione in cui la presenza di viceprefetti aggiunti non superi il 20% rispetto all’organico previsto.

La determinazione delle percentuali di presenza è stata effettuata alla luce dei prossimi collocamenti a riposo.

Sulla base di tali criteri risulterebbero 15 Sedi al Nord, 5 Sedi al Centro e 10 Sedi al Sud e Isole.

Nelle more di un successivo incontro sull’argomento, AP ha ribadito la necessità di superare la logica delle misure legate al “momento contingente”, di per sé non risolutive nel tempo delle criticità evidenziate, per avviare approfondimenti finalizzati a una ridefinizione organica e strutturata dell’intero sistema che includa assegnazioni iniziali e post-promozioni, mobilità, attribuzioni di posti in diretta collaborazione e quant’altro.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi