di Antonio Corona

4 ottobre 2019, Viminale.

Salone delle conferenze affollato come di rado.

Colpo d’occhio a togliere il fiato.

Le une accanto alle altre, generazioni anche lontanissime tra di loro.

Giovani alle primissime esperienze in Amministrazione, colleghi e non con qualche anno in più e qualche capello in meno, o che hanno già definitivamente messo il punto sul capitolo della propria vita professionale.

Attesa, atmosfera, curiosità quasi da concerto.

Di quelli, per intendersi, con nonni, genitori, figli, nipoti, impazienti di intonare a squarciagola tutti assieme le stesse strofe.

Beninteso, Leopoldo non è certo stato un divo delle sette note.

Personalmente, non ricordo di averlo nemmeno mai udito canticchiare.

Niente.

Epperò, alla stregua di quello che è o dovrebbe essere un divo autentico, nel corso degli anni e delle stagioni di cui, immancabilmente, è risultato riconosciuto interprete e protagonista, Leo ha costituito costante riferimento e ponte tra tante persone e sensibilità diverse.

Ovvero, ciò che si è puntualmente avvertito pure all’appuntamento del 4 ottobre, al saluto postumo che si è desiderato dedicargli.

Altrimenti condannati a errare raminghi, per quei momenti almeno, struggenti quanto forse persino catartici, ci si è infatti sentiti parte, tutti, di un medesimo, unico corpo.

Per certi versi comprensibile l’iniziale disorientamento di taluno.

Inopinatamente, sullo schermo, la sagoma dell’ex Pink Floyd David Gilmour, assediato da una folla osannante.

Disorientamento peraltro dissoltosi come neve al sole al diffondersi degli inconfondibili arpeggi di chitarra di Wish you were here, sembrata appositamente composta per la circostanza.

Ci si ferma qui.

Per coloro che ne abbiano interesse, su www.ilcommento.it, nella sezione video, è disponibile la ripresa integrale, e scaricabile, dell’avvenimento.

A richiesta, i singoli mp4 realizzati per e impiegati nella occasione.

Per il resto, si rinvia alla precedente raccolta de il commento sul sito.

È tutto.

Soltanto il tempo di rinnovare un sentitissimo ringraziamento a Luca Violini e… alla sua magnifica voce, accompagnati, durante la lettura dei frammenti di ricordo, da un religioso silenzio, rotto in fine da una sincera, scrosciante standing ovation.

E, di nuovo, un affettuosissimo saluto alla moglie, ai ragazzi, ai familiari di Leopoldo, ai moltissimi presenti.

“Sul calendario, 4 ottobre 2019.

Un venerdì.”.

Di cui serberemo le emozioni.

Per sempre.

“Grazie, Leo.

Ovunque tu sia.

A prima o poi.”.