2 giugno 2021.

Forlì, piazza Ordelaffi, antistante al Palazzo del Governo.

Ore 9.25.

Il Prefetto sta concludendo il suo breve intervento(v. raccolta precedente, www.ilcommento.it).

“(…) Possa, questo 2 giugno, segnare idealmente l’aurora, irreversibile e luminosa, di un novello inizio.

Di una ordinata, ritrovata, rinnovata, serena convivialità.

Un 2 giugno che, come sempre vorremmo fosse, sappia e sia di giornata di festa.

Al quale sia dunque la musica, nelle sue diverse declinazioni, colonna sonora della nostra esistenza, a offrirsi damigella per un primo benvenuto.

Buon compleanno e grazie, amatissima nostra Repubblica.”.

Avanti, dunque, che la Festa abbia inizio.

“Musica, mio primo, mio ultimo amore.

Musica del futuro, musica del passato.

Vivere senza musica, mi sarebbe impossibile.

È lei che mi è accanto, è lei che mi sostiene

nel mio continuo peregrinare lungo i travagli di questo mondo.”.

È la libera traduzione di Music, di John Miles.

Su quelle prime, inconfondibili note, dal Palazzo del Governo, come irrefrenabili, gioiosi folletti, sciamano sul piazzale allieve e allievi della scuola Ateneo Danza di Forlì.

Due di loro intonano i versi del brano, gli altri si producono in acrobatiche coreografie che sorprendono gradevolmente gli sguardi di incuriositi invitati e improvvisati spettatori.

“Missione compiuta!”.

I “folletti” tornano a trovare temporaneo ricetto all’interno del Palazzo.

È ora il turno dei ragazzi del Saffi-Alberti, già ammirati protagonisti, il pomeriggio precedente, in occasione della consegna delle onorificenze.

Al fianco premurosi cavalier serventi, e ognuna con una stola di uno dei colori della bandiera nazionale e un bouquet di fiori azzurri, le tre “ancelle” fanno da corona all’ingresso degli ultimi due ragazzi.

Lei, bellissima nella veste bianca, ha il Tricolore raccolto sulle braccia e reca fra le mani una composizione floreale verde, bianca, rossa.

Lui, jeans, immacolata camicia bianca come la fascia che gli cinge la vita, calzature sportive.

Prendono tutti la posizione assegnata su Never enough, da The greatest showman.

I “folletti” si riprendono quindi la piazza con la esecuzione canora e coreografica di This is me, ancora da “The greatest”, “manifesto” a suo modo della piena dignità umana di ogni diversità, vera o presunta tale che sia.

Sottraendosi alle giustificate lusinghe degli scroscianti applausi di presenti ormai piacevolmente ammaliati dalla inusuale rappresentazione, conclusa la avvincente performance i “folletti” si dileguano nel tempo di un amen.

Non c’è però un attimo di “tregua”.

Il ritmico rullare di batteria e l’incedere lacerante di una chitarra elettrica squarciano l’appena ristabilito silenzio.

È Innuendo.

Lo straordinario omaggio alla libertà concepito dal genio maturo dei Queen, la voce segnata dalla sofferenza di Freddie Mercury, accolgono tra battimani entusiastici i motociclisti dell’Arma, della Polizia di Stato, della Polizia locale di Forlì – cui a breve si aggregheranno quelli della Polizia penitenziaria – fari e lampeggianti accesi, per andare a formare una specie di immaginario quadrilatero, il cui perimetro, sotto l’avvio martellante di One vision, ospiterà i ragazzi con il Tricolore lungo il tragitto verso piazza della Vittoria, Monumento ai Caduti.

È lì, infatti, che, sulla falsariga del settantaquattresimo anniversario, si svolgerà la cerimonia celebrativa, introdotta quest’anno dalla magistrale interpretazione di Lorenzo Pieri – in servizio al C.A.P.S.(Centro Addestramento Polizia di Stato) di Cesena – della orazione di Pericle rivolta agli Ateniesi in commemorazione dei caduti del primo anno della guerra del Peloponneso(431 a.C.).

È lì che, con Innuendo(stavolta soltanto base), si posizionano tutte le rappresentanze di circostanza e, dopo avere compiuto un intero giro della piazza, gli stessi motociclisti.

Particolarmente toccante, persino struggente – come variazione, quest’anno, per colonna sonora è Honor, main title theme from The Pacific, nella versione prima consueta, a seguire for oboe and strings – l’ascensione del Tricolore sui gradini del Monumento.

Tricolore infine affidato dai ragazzi alla presa salda e sicura dei militari del 66° Trieste, di stanza a Forlì, in attesa accanto al pennone per l’Alzabandiera.

Nel rigoroso rispetto del protocollo, tutti in piedi con l’Inno eseguito dalla Banda Città di Forlì.

La Bandiera, esaurita la sua corsa lungo l’asta verso il nitido azzurro del cielo di una mattina di tarda primavera, si dispiega finalmente in tutta la sua coinvolgente maestosità.

La commozione fa oramai sfrontatamente capolino da mascherine scopertesi inopinatamente incapaci di dissimulare le espressioni del volto.

In piedi, il Prefetto ascolta assorto il messaggio del Signor Presidente della Repubblica, salutato dai convinti battimani dei presenti.

Due militari, divise e portamento inappuntabili, seguiti dal Prefetto, con la Banda a eseguire La canzone del Piave, si avviano poi verso il Monumento per deporvi una Corona.

Al centro della piazza, solitario, un loro commilitone imbraccia la tromba.

È Il silenzio, tributo ai nostri Caduti.

Ultimato, il Prefetto sfiora la Corona con le mani, come a sistemarla, e torna al posto.

Dichiarata formalmente conclusa la cerimonia, la speaker gli cede la parola per un breve saluto di commiato.

Ringraziati tutti coloro che, con la loro collaborazione, hanno contribuito alla celebrazione, il Prefetto invita i “folletti” a un richiesto, applauditissimo bis.

È finita.

Sulle note di Somebody to love, nella interpretazione di George Michael, cala il sipario su una manifestazione che temerario forse non è definire catartica.

Così almeno paiono sugellarla gli eloquenti sorrisi di quanti vi abbiano partecipato.

All’anno prossimo.

Quale il senso della manifestazione per come realizzata?

Perché tanta musica e perché quel tipo di musica?

Lasciamo che a disvelare il tutto su ForlìToday, del medesimo 2 giugno, sia un osservatore… “neutrale”, Giovanni Petrillo.

““Due Giugno tricolore, giovane e rock sulle note dei Queen per dire “no” alle discriminazioni.

Aveva assicurato che ci sarebbero state tante sorprese nella celebrazione del Due Giugno a Forlì e il prefetto Antonio Corona ha mantenuto la parola.

Azzurro tricolore, giovane, ma soprattutto rock. “Perché il rock nasce come un segno preciso di rottura”, in particolare da mesi scuri e dolorosi condizionati dall’epidemia da covid-19. Aveva assicurato che ci sarebbero state tante sorprese nella celebrazione del Due Giugno a Forlì e il prefetto Antonio Corona ha mantenuto la parola.

Una cerimonia orchestrata in due fasi ed entrambe ricche di simboli, a partire da quello dei giovani, ali danzanti e vogliosi di spiccare il volo e ripartire, per poi toccare temi di stretta attualità, come la lotta alle discriminazioni attraverso le note dei leggendari Queen.

“Desideravo che questo 75esimo della Repubblica fosse interpretato come un segno di rottura da questi ultimi mesi, freddi e vissuti senza poter uscire e limitati in tutte le libertà fondamentali”, le parole del prefetto Corona, direttore di una cerimonia che ha emozionato e commosso un pubblico attento e composto, e sempre con la mascherina ben incollata sul volto.

E attraverso il linguaggio universale della musica e della danza la manifestazione ha voluto rappresentare la svolta a cui è chiamato il nostro Paese.

Ed ecco quindi le evoluzioni dei ragazzi di Ateneo Danza in Piazza Ordelaffi prima sulle note di Music e This is me, “che hanno dato corpo alla musica nelle sue diverse articolazioni, rappresentazione e simbolo virtuale e ideale di tutte le arti che sono state così compresse in questi ultimi mesi”.

I Queen e il “no” alle discriminazioni.

Ma è indubbio che a toccare le corde delle emozioni della platea è stata la voce mai tramontata di Freddie Mercury, con Innuendo, che ha preceduto l’ingresso del tricolore, e One vision, brani volutamente protagonisti della festa “perché riprendono importanti concetti che sono riportati nella nostra Costituzione – ha spiegato Corona -. La libertà, il rispetto, il fatto che nessuno debba essere discriminato. Tutti quanti hanno il diritto di vivere la propria vita in libertà, uno dei principi fondamentali della nostra Repubblica e della nostra democrazia”.

Un Due Giugno quindi per dire “no alle discriminazioni, no al bullismo e no alle repressioni”.

Concetti ribaditi attraverso la toccante voce di Lorenzo Pieri con la lettura del brano Pericle agli Ateniesi(“Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo”; e “crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”).

Il tricolore e la cerimonia in Piazzale della Vittoria.

La manifestazione ha avuto anche un filo conduttore con la celebrazione dello scorso anno, con i ragazzi dell’Istituto Saffi Alberti ad accompagnare il tricolore dal Palazzo del Governo fino al Monumento ai Caduti di Piazzale della Vittoria, “che rende omaggio ai nostri concittadini che sono morti per il nostro Paese e che rende loro onore”.

Quattro ragazze con i colori simbolo, scortate dalle pattuglie in moto di Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale: tre vestite di azzurro, con fasce bianco, rosso e verde.

E poi una quarta vestita di bianco con uno scialle tricolore.

Tutte in cammino dalla quinta di viale della Libertà sulle note di Honor(The Pacific).

Il rosso, simbolo della “passione ed il sangue dei martiri e degli eroi”; il bianco, a rappresentare “la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi”; e il verde, “la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti”.

In tanti poi con la mano sul cuore sulle note di Fratelli d’Italia, suonato dalla banda Città di Forlì, e Il silenzio eseguito dal trombettiere del 66esimo reggimento Fanteria Aeromobile Trieste e che ha reso onore ai Caduti.

Corona ha ricordato anche le onorificenze consegnate martedì pomeriggio in Prefettura, con le pergamene anche nelle mani degli operatori sanitari che hanno combattuto in prima linea il covid, e che devono continuare ad essere “esempio e testimoni nei confronti di tutti”.

Chiosa finale col bis delle esibizioni dei ragazzi di Ateneo Danza, le note dei Queen con Somebody to love ed una promessa per la prossima Festa della Repubblica: “Se non avremo restrizioni facciamo i botti”.””

Così Erika Nanni sul Corriere Romagna Forlì-Cesena del 3 giugno.

“”Musica rock e danze per rinascere dal Covid-Led Zeppelin e Queen per rimarcare il desiderio di lasciarsi alle spalle le restrizioni a favore della libertà senza discriminazioni.

(…) Danza e musica insieme a sottolineare, a detta del prefetto, le «arti che sono state così compresse durante i lunghi mesi di pandemia».

Il discorso del rappresentante dello Stato alla città di Forlì ha voluto infatti toccare proprio i temi «della libertà, del “no” alle discriminazioni, del “no” al bullismo», adducendo un’altra spiegazione della scelta di “incorniciare” la celebrazione con la musica rock.

«Se si leggono i testi – ha dichiarato il prefetto Corona – si può notare come i temi affrontati siano proprio quelli della libertà e del rispetto. Si afferma il diritto di ognuno di vivere la propria vita liberamente e come desidera». (…)”.

Sembra proprio doversi non aggiungere altro

Salvo i ringraziamenti, sentitissimi.

Innanzitutto, sia consentito, allo staff della Prefettura – integrato dalle giovani “interinali” calatesi volentieri, nella circostanza della cerimonia di consegna delle onorificenze, nel ruolo di “hostess per un pomeriggio” – per la intelligente, infinita… pazienza a stare dietro allo scrivente e per il fattivo, fondamentale contributo assicurato alla organizzazione e alla realizzazione dell’evento.

Alle ragazze e ai ragazzi(incluso Marco Valerio, mio figlio) del Tricolore dell’Istituto tecnico Saffi-Alberti, nonché alle allieve e agli allievi della scuola Ateneo Danza di Forlì.

Alla Amministrazione comunale di Forlì, Sindaco in testa, e a tutti quanti altri, a vario titolo, hanno assicurato la propria preziosissima collaborazione.

Grazie!

Uno, personalissimo, a Mario Proli e a Massimo Gatta.

*Prefetto della provincia di Forlì-Cesena

(fine seconda e ultima parte)

Nota di servizio

Sul sito www.ilcommento.it, se non già pronto, è in fase di allestimento, nella sezione video, un apposito spazio con foto, spezzoni di registrazioni amatoriali e non, e quant’altro, riguardanti la celebrazione.