di Maurizio Guaitoli
Chi comanda oggi nel mondo?
Il… Coronavirus, senza dubbio alcuno!
Anche se taluni si atteggiano a uomini forti soli al comando. Cito i principali: Xi, Trump, Putin, Khamenei, Erdogan. Cina e Iran sono dalla stessa parte, per quanto riguarda la disinformazione sul Covid-19(Coronavirus Disease 2019): il primo si è preso più di un mese per mettere in quarantena sessantamilioni di persone, mentre il secondo a tutt’oggi non ne vuole sapere di fare la stessa cosa per Qom, la città santa dello sciismo, da cui è partito il contagio. Un po’ perché Teheran non ha i mezzi per affrontare ricoveri in urgenza di migliaia di persone, un po’ perché per entrambi la sola ammissione del flagello sarebbe da considerare un castigo divino(la remissione del… mandato del cielo, in particolare, per il nuovo imperatore comunista Xi), tale da delegittimare agli occhi del popolo la loro figura di leader supremi. Nel caso dell’Iran, però, le cose sono rese più complicate dall’atteggiamento dei credenti sciiti ortodossi(cfr. Financial Times del 4 marzo) per cui, da un lato, andare lo stesso a Qom è un modo per manifestare la propria fede nell’Islam e, dall’altro, dal punto di vista più concreto dei ceti popolari, pochissimi iraniani dei molti che vivono in condizioni di semipovertà potrebbero mai permettersi un’auto quarantena di almeno quattordici giorni! Volendo riassumere la questione, facendo un po’ di sana ironia disintossicante, si potrebbero porre le seguenti dieci domande al Coronavirus in una intervista per assurdo.
In primo luogo: da dove vieni? Dall’animale? O da un laboratorio fuori controllo?
I complottisti sostengono la seconda ipotesi e, comunque sia, giurano che il tutto si stia svolgendo avvolto dalle nebbie dense e inquietanti della nuova Guerra Fredda economica tra Usa e Cina. I normali, invece, studiano sapientemente il salto di specie e indagano discretamente sui rischi reali del wet market(in quei mercati all’aperto gli animali si acquistano vivi e vengono poi uccisi dinnanzi all’acquirente, praticando rituali tradizionali).
Altra questione: quanto duri sulle… cose? Cioè, un operaio infetto, ma asintomatico, addetto a una delle catene di produzione di valore(magazzini, impianti industriali, stazioni di imballaggio e spedizioni di merci, etc…) che tocca con mani non protette e contaminate da tracce di saliva merci che vanno in tutto il mondo per migliaia di item, quale probabilità ha di infettare gli ignari acquirenti?
Altra domanda: sei nato “grazie” alla globalizzazione o esistevi in pace e in quiete prima di lei? E chi e come ti ha scatenato, in quest’ultimo caso?
In secondo luogo: come mai megalopoli come Roma e Milano dove vivono le più grandi comunità cinesi, che nessuno è in grado di controllare nei flussi e tantomeno nei loro spostamenti nel tempo, risultano immuni da te, almeno fino a ora? Non è che tu sparisci dopo aver colpito, esattamente a quanto accade di norma qui da noi per cui i… “cinesi non muoiono mai”, come si favoleggia nel web e sui social?
Infatti, se chiedi a milioni di romani, tutti possono giurare di non aver mai visto un funerale di un defunto cinese immigrato. Per cui le più scettiche malelingue pensano che tu stia invadendoci per quegli stessi, misteriosi canali, magari prendendola con anonimi medici allogeni che curano qui da noi, a casa loro, i malati della comunità, evitandone il trasferimento nelle unità ospedaliere specializzate. Ma, certo, queste sono affabulazioni di pura fantascienza, in mancanza di riscontri ufficiali autorevoli.
Ma tu, sei davvero un castigo del cielo, quello cioè che nella Cina imperiale durata millenni era un segno di remissione del “mandato celeste” che faceva dell’Imperatore una divinità ma che, nel caso del tuo sgradito arrivo, causava la sua caduta e quello della dinastia di appartenenza? Xi lo sa?
Ma non è tanto il tuo carattere pandemico che lo preoccupa, quanto il fatto che la tua sola esistenza prolungata in vita farebbe vincere agli Usa quella famosa Seconda Guerra Fredda della Global Economy stando semplicemente alla finestra! Ora, ci dovresti dire come sei messo in Africa, se hai già fatto visita a qualcuno o a molti ma, come in tante altre parti del mondo che non praticano la trasparenza, ti fanno il torto di nascondere i tuoi.. successi epidemici. Però, un aspetto geniale ce l’hai, lo riconosco. Ci credevamo onniscenti e onnipotenti con i nostri gadget digitali che ci portano il mondo a casa e ci fanno conoscere di tutto, senza però che noi si abbia più la capacità di capire e analizzare (tanto, c’è chi lo fa per noi…) i loro contenuti mediatici e invece tu hai portato una ventata di assoluta novità rendendoci impotenti, spaventati e così tanto ancestralmente infantili! Essendo noi rimasti senza fede, sostituita dall’idolatria verso il nuovo, onnipotente Dio Algoritmo(che edifica la sua chiesa planetaria in ogni smartphone), non abbiamo risposte trascendenti e consolatorie da darti in risposta al tuo… avvento.
Vorremmo solo capire: si guarisce definitivamente da te, o fai come un Herpes ultramoderno che ti disattivi e ti riattivi quando ti pare, prendendo in giro il nostro sprovveduto, a quanto pare, sistema immunitario?
Ancora più importante: quali sono i tuoi tempi di mutazione? E come sarai nella prossima fase? Più cattivo o innocuo? E quanti… fratelli hai in incubazione?
Per ora, a quanto pare, ti stai comportando bene come un Nerone: congedi dalla vita chi è già molto malato ma (pare…) risparmi i bambini, futuro del mondo. Un’altra tua grande lezione è la seguente: nella globalizzazione e nelle migrazioni incontrollate tu sei il Cigno Nero, l’evento imprevisto e devastante che mette fine all’illusione di Fukuyama della Fine della Storia e ripristina l’assoluta necessità del recupero della Identità delle singole comunità nazionali che, infatti, hanno ritrovato grazie a te i loro confini geografici e culturali! Però, dai: spero che tu perda presto la… corona!
Ecco: proprio quel Cigno Nero sembra aver dato l’alibi ai Poteri Forti della finanza internazionale per suonare la ritirata mondiale dai disastri della Globalizzazione sregolata per cui si tende a usare la pandemia come un rimedio occulto per innescare la de-Globalisation, ripristinando dazi, frontiere nazionali e mettendo termine qui in Europa all’Austerity tedesca, come stiamo vedendo in questi giorni, in cui il Governo italiano si chiama fuori temporaneamente dalla Camicia di Nesso del Patto di Stabilità per risollevare un sistema economico-produttivo messo in ginocchio dal Coronavirus. Anche la disintermediazione volge al termine, con il ritorno in gioco delle parti sociali che partecipano assiduamente alle trattative d’emergenza con il Governo e con l’iniziativa clamorosa del Presidente della Confindustria che chiede all’Europa un piano da tremilamiliardi di euro per le grandi infrastrutture da spendere subito, nei prossimi due anni, dilazionando in tempi più lunghi i pagamenti effettivi. Il principale dei side effect(ricadute sgradevoli, soprattutto per la Cina!) è costituito dalla de-delocalizzazione, per cui grazie ai dazi e alla defiscalizzazione converrà riportare in patria interi segmenti di produzione industriale soprattutto high-tech, prosciugando così molto di quel brodo di coltura politico che ha visto dilagare e prosperare movimenti sovranisti e populisti in buona parte dell’Occidente!
Del resto, (cfr. Federico Rampini) se gli antibiotici scarseggiano negli States perché i principi attivi sono fabbricati nella Cina paralizzata dal Coronavirus, che senso ha mantenere questa divisione globale del lavoro? Ma che cosa è veramente successo in questi ultimi venti anni nel mondo globalizzato?
Ne dò qui un primissimo accenno (parlerò in seguito, ben più dettagliatamente, del disastro siriano e della crisi dei profughi generata dal conflitto con la Turchia, che sarà d’importanza vitale nel breve periodo per la tenuta delle istituzioni europee!) parlando della dittatura del QE(Quantitative Easing) e della Printing Machine, ovvero della macchina per stampare cartamoneta, così come viene analizzata nell’interessante romanzo di G.M. Brera La Fine del Tempo.
Un racconto semifantastico(invero, molto reale nelle analisi critiche sul… turbo capitalismo disruptive) in cui si dice che Tempo e Denaro coincidono, a causa dell’azzeramento dei tassi di interesse. In particolare, l’immensa nevicata superficiale prodotta dal QE, una sorta cioè di Helicopter Money che le maggiori Banche Centrali hanno steso sulle rovine delle economie occidentali, si è poi disciolta in un’immensa liquidità a tassi zero. Questo evento ha fatto sì che l’immenso capitale liquido circolante, alla disperata ricerca di impieghi di massima redditività, investisse molti miliardi di dollari, anche in perdita, in disruptive start up che praticano il cornering. Attività quest’ultima con cui gli investitori sono disposti a finanziare in perdita anche per parecchi anni soluzioni innovative concorrenziali che, alla fine, faranno profitti differiti pari a decine di volte il capitale iniziale. I nuovi attori del mercato high-tech delle App, dopato dalla tecnofinanza, sono così liberi di agire in pura perdita, sbaragliando a medio termine la concorrenza ordinaria che non può permettersi deficit importanti di gestione, perché aggravata dai costi dei diritti dei lavoratori impiegati e dalle duing taxes che è costretta a pagare nei Paesi in cui opera.
Invece, le disruptive si caratterizzano per un antifordismo(tasso di occupazione dei dipendenti vicino allo zero!) sostanziale, dato che i pochi addetti a contratto che operano sulle reti e sugli algoritmi sono sfruttati come gli antichi schiavi imbarcati sulle galere romane! L’esempio di alcune Major mediatiche(niente nomi, per carità, sennò ci scappa il morto per presunta diffamazione, anche se i numeri finanziari e i bilanci di quelle aziende quotate in borsa parlano fin troppo chiaro!) per lo scambio a pagamento di contenuti on-line, sequel televisivi e film, hanno mostrato le modalità operative di questo fenomeno disruptive della Tecnofinanza favorito dal QE e dai tassi a zero(anzi sottozero!). Questo Moloch rende ricchissime talune aziende innovative di successo che alimentano, grazie alle attività globali di miliardi di loro utenti, più o meno ignari, un proprio serbatoio sconfinato di Big Data che, guarda caso, sono soltanto e sempre loro a saper sfruttare. I relativi, immensi guadagni a fiscalità turbocompressa(le Major versano agli Stati in cui operano soltanto le briciole dei loro stratosferici ricavi!) consentono loro di scremare il meglio del genio algoritmitico di fisici matematici precarizzati in giro per il mondo e… liberi dal cartellino(come certi calciatori mercenari di grande talento) del vincolo degli Istituti di ricerca nazionali, dato che gli Stati super indebitati debbono scegliere se finanziare la ricerca o continuare a mantenere un minimo decente di welfare per i propri cittadini.
E qui però vorrei porre in astratto alcune domande al Tredicesimo piano(cfr. G.M. Brera).
La prima: perché oltre al QE dollaro+Euro+Yen per sostenere l’acquisto di titoli del debito pubblico da parte delle banche non si è pensato a costruire un QE parallelo socio-manifatturiero-strutturale (QE-bis, per semplicità, al quale fa riferimento oggi anche Confindustria, che parla di un piano di tremila miliardi di euro da spendere in due anni per finanziare grandi infrastrutture infra-europee) ancora più robusto, per fare sostanzialmente due cose: assistere con prestiti diretti a tasso vicino allo zero le classi medie occidentali in difficoltà, erogando una sorta di reddito di cittadinanza universale che consenta di ripianare ai singoli privati insolventi il 70% dei mutui immobiliari sottoscritti per l’acquisto della prima casa, al quale aggiungere altresì sussidi a sostegno delle piccole imprese individuali e delle start up; contrastare il Dragone Asiatico con pari determinazione e con adeguati flussi finanziari di trilioni di dollari per il sostegno generalizzato alla ricerca avanzata e alla riconversione massiva verso nuovi impieghi della manodopera a media-bassa qualificazione, rimasta senza lavoro a causa del miracolo economico cinese, drogato di tecnologia occidentale ceduta forzosamente a seguito degli accordi di partnership (che ha poi consentito alla Cina di creare il suo Grande Fratello del Surveillance State)?
Non è forse vero che Pechino facendo un mostruoso dumping sociale e produttivo ha sostenuto con parecchi trilioni di renminbi e di dollari del surplus commerciale la creazione di mega industrie nazionali e dei suoi Campioni industriali? E perché noi in contropartita non abbiamo fatto ricorso al QE parallelo per favorire l’abbattimento drastico del costo del lavoro e della fiscalità evitando così le gigantesche delocalizzazioni dell’apparato produttivo occidentale che hanno creato il deserto delle Rust Belt e della disoccupazione di massa nei ceti medi e operai di Usa ed Europa?
Seconda questione, sempre sulla falsariga del QE–bis, relativo all’azzeramento dei debiti degli Stati occidentali. Mi chiedo se, in quell’ottica, non fosse lecito fare un discorso del tipo: “lo Stato debitore liquida in un’unica soluzione il proprio debito pubblico rimborsando immediatamente(avvalendosi delle risorse illimitate del QE–bis) ai sottoscrittori esteri e nazionali la quota capitaria, sottratta di un’aliquota pari “Xpercento” del montante degli interessi corrisposti ai sottoscrittori del debito, così come calcolati dalla data relativa di sottoscrizione”.
Attendo fiducioso risposta dai… Diavoli della City, Wall Street, Francoforte e Tokio.