a cura di Alba Guggino*

Il 1° ottobre si è tenuto un incontro \ sulla prossima mobilità volontaria dei VPA, con la partecipazione del Prefetto Anna Maria Manzone, Direttore Centrale per le Risorse Umane del Dipartimento per le Politiche del personale dell’Amministrazione civile, del Dirigente dell’Ufficio IV-Relazioni sindacali del predetto Dipartimento e dei rappresentanti delle OO.SS. della carriera prefettizia.

Il Prefetto Manzone ha richiamato il documento inoltrato alle organizzazioni sindacali, recante i criteri di individuazione delle sedi da inserire nel bando di mobilità volontaria per i VPA.

In merito, ha fatto presente che le Prefetture selezionate, pari a n. 96, sono quelle per le quali sussiste una scopertura di VPA nell’organico compresa tra il 51% e il 100% e ha inoltre evidenziato che sono pervenute richieste anche da parte degli Uffici centrali.

A tal riguardo, va detto che nel citato documento si fa riferimento a tali richieste e viene pertanto data espressa informazione del numero di posti per VPA attualmente scoperti in ciascun Dipartimento.

Il Presidente di AP, per l’ennesima volta, ha ribadito che il sistema della mobilità, per come al momento costruito, ha dimostrato di non funzionare e necessita di una profonda riorganizzazione sulla quale AP ha da sempre formulato, inascoltata, talune proposte.

Per quanto poi condivisibili alcune questioni poste dalle altre organizzazioni sindacali nel corso di questo incontro(ad esempio, circa la doverosità di un interpello nel caso di posti di diretta collaborazione negli uffici centrali) e comprensibile la richiesta della possibilità di una deroga ai tempi minimi di permanenza nella sede di prima assegnazione(da 5 a 2 anni) per consentire la partecipazione di un maggior numero di colleghi al prossimo bando, purtuttavia, ha soggiunto il Presidente di AP, esse costituiscono solo aspetti “accessori” che, seppure importanti, non pongono mano in via risolutiva al cuore del problema, che invece va affrontato una volta per tutte e con la massima urgenza.

Ha quindi evidenziato che occorre fermarsi un attimo ed affrontare questo importante tema che sta diventando sempre più complicato.

Ha fatto infine riferimento alle innumerevoli richieste fatte in tal senso all’Amministrazione e ribadito che AP, sin dalla sua nascita, ha posto tra le assolute priorità quella di un rinnovamento dell’istituto della mobilità, nella convinzione che affrontare questo argomento in termini efficaci significa, come scritto nelle Linee generali di un impegno(v. www.ilcommento.it) del 3 marzo 2005, incidere sulla capacità delle Prefetture di “stare” nel territorio”.

“(…).La mobilità tra nord e sud, centro e periferia, è altresì essenziale sia per la “contaminazione” reciproca di esperienze, sia per la crescita del singolo funzionario e dell’intera carriera. (…)”.

L’idea di una mobilità strutturata con regole di base indicate in quel documento è uno degli aspetti ritenuti fondamentali da AP e facenti parte “(…) di una “visione” della nostra Amministrazione, del nostro ruolo, del nostro presente e del nostro futuro, fortemente ancorata alla società in cui viviamo e operiamo. (…)”.

Per quanto sopra, il presidente di AP ha rappresentato l’impossibilità di concertare, non essendovene i presupposti.

Il 9 ottobre, altro incontro, stavolta sulla integrazione al vigente Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19, sottoscritto il 28 maggio c.a..

Hanno preso parte il Prefetto Maria Grazia Nicolò, Vice Capo Vicario del Dipartimento per le Politiche del personale dall’Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, il dr. Giancarlo Dionisi, Capo ufficio di staff del Gabinetto del Capo Dipartimento e i rappresentanti delle OO.SS. della carriera prefettizia.

Si rinvia, in proposito, all’intervento in altra parte di questa raccolta, a firm del Presidente di AP, Antonio Corona.

*Dirigente di AP-Associazione Prefettizi*