di Antonio Corona*

videosorveglianzaSempre più insistentemente  sta guadagnandosi attenzione un rinnovato desiderio dei cittadini di collaborare fattivamente con le Forze di polizia.

Tale orientamento di intenti ha trovato in qualche modo albergo nel c.d. “Controllo Del Vicinato”, “istituto” peraltro connotato da certa indeterminatezza.

Se non opportunamente delimitato, il progetto può inoltre suscitare non richiesti protagonismi e una sorta di spontaneismo civico potenzialmente traducibile, come purtroppo talvolta riportato da cronache quotidiane, in atti e comportamenti pericolosi persino per gli stessi fautori della iniziativa.

La questione, promossa dal sindaco di uno dei comuni del lodigiano, è stata quindi attentamente considerata, vagliata e declinata nei diversi aspetti dalla Prefettura di Lodi, per essere poi ulteriormente e congiuntamente esaminata e definita in sede di coordinamento delle Forze di polizia.
 
Al termine della prevista istruttoria presso i competenti uffici del Viminale, il protocollo d’intesa che ne è scaturito – comprendente pure videosorveglianza urbana e altro – inquadrato giuridicamente nell’ambito dell’art. comma 1, lett. c), del d.lgs n. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali), e successive modificazioni(per il quale il Sindaco, in qualità di Ufficiale del Governo, sovrintende alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il Prefetto) è stato infine licenziato e sottoscritto nel testo che, con l’auspicio di fare cosa gradita, si allega.

Protocollo d'intesa "Controllo del Vicinato"

*Prefetto della provincia di Lodi