L’Italia ripudia la guerra ma non gli armamenti.
Come dire, vietato andare al mulino ma non di infarinarsi(!).
Me ne sto accorgendo prendendo la direzione dell’Area I a Massa Carrara, provincia strategica nel campo del munizionamento, a stretto contatto con gli enti della illustre Marina Militare.
Non che mi facciano preoccupazione i cantieri ivi presenti della Oto Melara, Baglietto, Leonardo, Fincantieri, che sono anzi assai attivi, in termini di occupazione e fatturato, già prima del famigerato periodo Covid, e più che mai ora, attesa la “favorevole” congiuntura internazionale.
Mi fa invece specie il “singolare” regime autorizzatorio delle licenze di trasporto(leggi importazione, esportazione, transito) di cui gode l’intero comparto che riguarda i materiali esplodenti o componenti elettronici assemblati, di cui Agli artt. 28 e 46 T.U.L.P.S.-R.D. n. 773/1931 e relativo Regolamento!
Normalmente, le licenze amministrative di trasporto merci(intendo quelle in deroga al divieto di circolazione nei giorni festivi) hanno durata limitata durata di trenta giorni, al massimo di tre mesi.
Per quelle in questione, invece, vige la disposizione che possano essere rilasciate per ogni classe di prodotto indicato per un anno intero e per un utilizzo plurimo(fatta salva la comunicazione alla Questura dei quantitativi esplodenti da trasportare).
Inoltre, le istanze-richieste alla amministrazione vanno presentate in bollo, anzi due; eppure nel comparto in questione il succitato regolamento prevede, in detti casi, che la redazione in calce all’avviso alla Prefettura sia in esenzione bollo.
Comprendo l’avviso di inoltro: ma perché mai la licenza di trasporto concessa(che richiede una breve ma necessaria istruttoria se non altro alle Prefetture interessate al transito del materiale) ne dovrebbe essere sprovvisto?
Ho approfondito il tema e mi sono imbattuto in un incredibile parere di cui si fa forte tutta la categoria dei trasportatori di materiale in questione.
Gli aspetti fiscali mi interessano e poi mi pare una questione di equità rispetto alle altre istanze di trasporto.
Ho trovato una vetusta interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che avalla l’esenzione citando il “caso d’uso”: la licenza prefettizia per il trasporto di armamento, cioè, andrebbe in bollo solo se presentata all’Ufficio del registro per accertare “la data certa”(infatti serve per i contratti a mano).
Ma chi è quel fesso che ottenuta la licenza la va a registrare come fosse un contratto tra privati?
Che c’azzecca il caso d’uso con le licenze amministrative?
Se tutti gli autotrasportatori che domandano la licenza in deroga – ad es., per circolare nei fine settimana – chiedessero la stessa applicazione del caso d’uso, sparirebbero le marche da bollo da 16euro.
Anche la richiesta di tassa sulle concessioni annuali governative, sul c.c.p. 8003 filiale di Pescara, risulta totalmente inosservata, anche se richiamata da una circolare del 2018 a firma Gabrielli.
Le numerose ditte del territorio richieste di tali adempimenti “burocratici”, mi hanno fatto pervenire fior di pareri delle “associazioni di categoria affiliate”, per mantenere l’esenzione di settore.
Mi impegno a chiedere un chiarimento all’illustre ed efficiente Dipartimento della pubblica sicurezza.
Intanto formulo auguri per le passate festività pasquali e per una pace anche… sugli armamenti.