di Antonio Corona*

Rimini, 25 giugno 2016

anfaci_webCari Bruno**, Francesca***, Ignazio****,

prima di tutto, congratulazioni per la vostra elezione e un grande in bocca al lupo!

Il compito che vi attende è affascinante, esaltante, quanto complesso e impegnativo.

Occorrono passione, convinzione, determinazione, motivazione che, sono certo, profonderete in qualità e quantità.

Con l’occasione.

Ieri pomeriggio, in Consiglio nazionale, disciplinatamente presente all’appello quale ex Segretario generale(per andare da Chieti a Rimini, sono passato appositamente da… Roma), non avevo in programma di intervenire.

Vi sono stato sollecitato dalla sorpresa suscitatami dalla irritualità che fosse il Presidente uscente a proporre i prossimi Presidente, vice Presidente e Segretario generale.

Cooptazione: così l’ho definita.

Ovvero, stando al vocabolario(la Repubblica.it-Dizionari), “nomina o assunzione di un membro da parte di un organo collegiale su designazione dei membri già in carica”.

Non è esattamente quello che stava accadendo? C’era perciò di che aversene, se non persino di risentirsene? Perché mai?

Di qui alcune mie considerazioni sullo stato della Associazione(non sugli Organi uscenti, né in pectore).

“Non ci sono i ‘vertici’ della Amministrazione”, ho constatato.

Lo ritengo un fattore non positivo, quale che ne siano le motivazioni.

Era (anche) in Associazione che, una volta, si dibattevano al nostro interno i temi che investono Istituto e carriera(convegni e tavole rotonde rispondono ad altre esigenze).

Oggi?

Non vale eccepire, come hai fatto, Bruno, che, nella circostanza, si trattasse a ben vedere del solo rinnovo degli incarichi della Associazione.

Anzi, a maggior ragione proprio per questo, sono convinto che la presenza dei “vertici”, oltre che gradita, preziosa, qualificante, sarebbe risultata un segno tangibile di vicinanza, riconoscimento, appartenenza, attaccamento, affetto verso una comunità, una “istituzione”, e relativi organi, ai cui impegno e iniziative nel tempo non poco tutti dobbiamo.

Quello che ho inoltre rilevato nella occasione, è stata la totale mancanza di un qualsivoglia accenno di dibattito, confronto di idee, visioni, non necessariamente contrapposte, appena appena stimolato dal mio intervento(vivaddio!) in “zona Cesarini”(come si rammenterà, al tuo ripetuto invito, Bruno, nessuno aveva aderito. È quasi per… sconforto che ho quindi alzato il ditino in extremis).

Sarà un mio limite, ma faccio fatica a capacitarmi come ciò possa accadere al momento del rinnovo degli organi statutari, quando cioè dovrebbero essere delineate le linee di indirizzo e di azione per il triennio entrante.

Altrimenti, su cosa mai dovrebbe esprimersi il Consiglio nazionale? Sulla simpatia, sull’aspetto, sulle doti, sulle capacità professionali e personali dei candidati? Sul colore degli occhi? Su cosa?

A meno che, magari suggestionati da situazioni di altro tenore, elezioni disgiunte da contenuti non preannuncino di fatto scenari da leaderismo in salsa… anfaciana.

Passi pure, volendo, per la figura del Presidente, a norma di Statuto organo a mera rilevanza interna(art. 19, c. 4: “Il Presidente dell’Associazione svolge le seguenti funzioni: a) presiede il Consiglio nazionale e ne convoca le relative riunioni ai sensi dell’art. 12 dello Statuto; b) può svolgere un’azione propositiva nei confronti degli organi associativi; a tal fine può sottoporre all’attenzione della Segreteria nazionale l’esame di questioni di particolare interesse per l’Associazione.).

Può viceversa concepirsi altrettanto, specie se al suo primo mandato, per il Segretario generale, il “premier”, il “capo del governo”, colui/colei deputato/a alla guida della Associazione[art. 15, Statuto: “Il Segretario Generale ha la rappresentanza dell’Associazione (…)”]?

Mancanza di dibattito dovuta a unanimità di vedute, “pensiero unico”?

Non credo.

È stato da te fatto riferimento alla stagione di iniziativa ‘92.

Sebbene, se si voglia, “altri tempi” – come hai osservato, Bruno, non senza qualche ragione – nei mesi antecedenti “Montesilvano”(maggio 1992), il programma di quella che sarebbe divenuta la segreteria Stelo, della quale fui vice Segretario, fu lungamente dibattuto e portato, anche fisicamente, sull’intero territorio nazionale.

Quella Segreteria rappresentava la volontà di realizzare una precisa idea della Amministrazione e di noi.

Per questo fu fortemente sostenuta da tantissimi colleghi e, di converso, serratamente contrastata da coloro che ebbero ad avversarla.

Analogamente avvenne successivamente – allora io, semplice “aggiunto”, “direttivo” – per la mia elezione a Segretario generale(maggio, se la memoria non inganna, 1995), preceduta di nuovo da un ampio dibattito su quelli che sarebbero stati i cardini di attività dell’“esecutivo” che si sottoponeva a un voto consapevole.

Questa volta? È lecito o no aspettarsi che un Segretario generale si proponga alla elezione sulla base di un programma?

Come hai riferito, caro Bruno, la tua rinnovata candidatura a Presidente è scaturita dalla accertata indisponibilità in proposito, per vari motivi, di altri valenti colleghi da te medesimo previamente interpellati.

Lo stesso, ma correggimi se sbaglio, viene da pensare che possa essere avvenuto per l’incarico di Segretario generale.

E dire che, una volta, c’era quasi la fila, mancate candidature o elezioni sfociavano sovente in veri e propri psicodrammi.

Già soltanto per questo, per esservi messi o rimessi in gioco, al servizio di noi tutti, Bruno, Francesca, Ignazio, meritate il più convinto plauso, quello che vi ho tributato virtualmente nel corso del mio intervento.

Ma, per come ci si è arrivati, è davvero lusinghiero, confortante quale indicatore dello stato della Associazione?

Ho inoltre dato pubblicamente ampio merito delle iniziative condotte dagli Organi uscenti(un ringraziamento particolare a Ignazio).

Insieme ad alcuni appunti che, Francesca, auspico vengano recepiti dalla neo-insediata Segreteria.

Mi sono infine permesso di esprimere la sensazione che la Associazione, non voi, sia arrivata con le gomme sgonfie all’appuntamento con il voto…

Non sei stato tu, caro Bruno, a manifestare qualche segno di insoddisfazione per il trend delle iscrizioni, segnatamente sul territorio?

Come si vede, nessun j’accuse.

Ancora meno nei tuoi riguardi, Francesca.

D’altra parte, anche… “volendo”, a che titolo, sulla base di che cosa, senza neanche averti sentito parlare?

Come ho successivamente appreso, saresti poi finalmente intervenuta sebbene, per quanto mi consta, a elezione già avvenuta.

E dunque…

Apriti cielo!

Volutamente, per non innescare sterili polemiche che non avrebbero fatto bene a nessuno, quasi senza reagire, mordendomi la lingua e non rivendicando la possibilità di replica, mi sono rassegnato a sorbire da te, Bruno, una interminabile reprimenda… ex cathedra, che neanche a uno scolaretto alle prime armi.

Tra l’altro, per quanto detto, del tutto fuori luogo.

Non tanto diversamente è toccato in sorte alla collega che ha preso la parola nel prosieguo con argomenti in buona parte da me condivisi.

Incidentalmente: anziché “giocatore in campo”, il Presidente non dovrebbe essere “arbitro”, conduttore “neutro”, “terzo” e “imparziale” dei lavori del Consiglio?

Con toni alterati(?), sono stato poi tacciato di codardia(!!) – ometto da chi… – se non fossi rimasto a sorbirmi un ulteriore sermone a me rivolto(??).

È stata persino rifiutata platealmente(!!!) una mia delega per il voto – ometto nuovamente da chi… – che intendevo conferire dovendo riprendere il viaggio.

Mi fermo qui.

Mi si permetta, però: non si aiuta e non si favorisce così il dibattito e il confronto.

Si rischia piuttosto di scadere al limite della intimidazione che, personalmente, mi lascia del tutto indifferente.

Ma può dirsi altrettanto per colleghi “meno” attrezzati e navigati, se a rischio di possibili, autentiche “bacchettate” per opinioni che risultassero non… conformi al pensiero degli “apicali” di turno?

Figuriamoci se proprio io, per come sono fatto, non comprenda la passione, da te invocata, Bruno.

Ma est modus in rebus.

Come sempre con lealtà, a viso aperto, non mancherò di assicurare alla Associazione il mio libero punto di vista e, se richiesto, il contributo che sarò in grado di fornire.

Di condivisione e proposta.

Se necessario, critico.

Niente, peraltro, rispetto alla autocritica, a volte dolorosissima, cui, io per primo, non smetto di sottopormi continuamente.

Di nuovo sincere congratulazioni e buon lavoro, estesi a tutti gli altri colleghi dei ricostituiti organi associativi.

Confidiamo in voi.

Con affetto e amicizia.

*Consigliere nazionale, ex Segretario generale

**Frattasi
(Presidente riconfermato)
 
***Ferrandino
(neo-Segretario generale)
 
****Portelli
(Segretario generale uscente, neo-vice Presidente)