a cura di Alba Guggino*

13 e 26 gennaio 2021. Incontri con l’Amministrazione in tema di criteri di nomina a Prefetto anno 2021.

In primo luogo, il presidente di AP ha posto all’attenzione dell’Amministrazione la situazione di quei colleghi che hanno svolto incarichi commissariali di importante rilievo in comuni sciolti per mafia, mantenendo però la fascia E in quanto quella del posto di funzione proveniente.

Ciò non consente il loro inserimento nell’elenco dei possibili candidati alla nomina di prefetto, anche nelle situazioni in cui l’incarico commissariale abbia avuto luogo in contesti comunali di particolare complessità.

Ha pertanto ripetutamente sollecitato una immediata modalità che risolva tale paradossale situazione.

In proposito, il Vice Capo Dipartimento vicario, Prefetto Maria Grazia Nicolò, ha fatto presente che la proposta è stata ritenuta accoglibile, ma non di immediata applicazione, in quanto un intervento in tal senso non potrà riguardare gli incarichi in atto.

Semmai, d’ora in avanti, nel momento in cui si andrà ad attribuire i nuovi incarichi, si potrà provvedere a scorporare la fascia precedentemente avuta in considerazione della valutazione dell’attività da svolgere e della sua rilevanza.

Il presidente di AP si è poi addentrato ancor di più nell’argomento oggetto della riunione e ha rappresentato che sia condivisibile la previa valutazione tecnico-professionale-attitudinale da parte della Amministrazione, superata la quale i nominativi selezionati vengono sottoposti alla scelta discrezionale della Autorità politica.

È proprio per questo, però, che gli elenchi debbano essere realmente selettivi, con un numero di “ammessi” limitato: per esempio, non inferiore al doppio e non superiore al quadruplo dei posti a disposizione nella qualifica di prefetto.

L’autorità politica, d’altronde, nei limiti di una determinata aliquota, ha già la possibilità di nomine eminentemente politiche.

I criteri devono servire quindi proprio a operare la cennata, reale selezione.

Quelli proposti non appaiono convincenti, non tanto e non solo poiché la maggior parte di essi sembrano costituire piuttosto dei meri titoli, ma perché ogni volta la valutazione discrezionale dell’Amministrazione, sebbene prevista, non risulta di fatto eseguita.

Da qui, come accennato, la necessità di fissare il numero minimo e massimo di candidati da sottoporre alla Autorità politica.

Atteso altresì che non si intravvedono novità nei criteri rispetto agli anni precedenti, AP ha rappresentato l’intenzione di non concertare.

In ultimo, il Presidente, in tema di relazioni sindacali, argomento sollecitato dalle altre organizzazioni sindacali per i ripetuti silenzi della Amministrazione riguardo le proposte di parte sindacale, ha invitato all’attento ascolto reciproco, così evitando che le riunioni, specie in materia di concertazione, si risolvano in meri, inutili adempimenti formali.

15 e 22 gennaio 2021. Incontri con l’Amministrazione in tema di graduazione dei posti di funzione.

Il Vice Capo Dipartimento vicario, Prefetto Maria Grazia Nicolò ha illustrato il documento di sintesi fatto pervenire alle organizzazioni sindacali e, richiamandone i punti di maggior rilievo, ha precisato che:

  • è stato riconosciuto un maggiore livello di responsabilità ai titolari di quattro Prefetture(Taranto, Foggia, Modena, Latina), le cui posizioni funzionali sono transitate dalla fascia B alla fascia B super, determinando anche il passaggio alla fascia D dei rispettivi capi di gabinetto;
  • è stata prevista la fascia E super per i viceprefetti che ricoprano l’incarico di Capo ufficio di staff dell’Area I Ordine e sicurezza pubblica e tutela della legalità territoriale delle Prefetture di fascia A super, A e B super(per un totale di 32 unità);
  • è stata fissata la fascia F per tutti i viceprefetti aggiunti che ricoprano l’incarico di vicecapo di gabinetto;
  • è stata individuata la fascia F per i viceprefetti aggiunti titolari dell’incarico di Capo ufficio di staff.

Il Prefetto Nicolò ha altresì specificato le percentuali delle fasce assegnate relativamente ai posti di funzione in prefettura, in rapporto a quelli negli Uffici centrali:

  • viceprefetti: 65% della fascia D-super, il 59% della fascia D, il 60% della fascia E-super, il 79% della fascia E;
  • viceprefetti aggiunti: 100% della fascia F-super, 59% della fascia F, l’84% della fascia G.

Circa gli Uffici centrali, il Prefetto Nicolò ha poi rappresentato che sono stati previsti dei piccoli movimenti soprattutto per la fascia D, che hanno riguardato in particolar modo l’Ufficio dell’Albo dei segretari comunali, entrato a far parte della dotazione organica e la neo-costituita Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale.

Sono state contestualmente soppresse a livello centrale tre posizioni di fascia D-super.

È stato inoltre precisato che il criterio, cui si è fatto riferimento, è stato quello della rilevanza dell’incarico secondo quanto previsto dalla normativa.

Il Presidente di AP ha svolto delle considerazioni di carattere generale, non mancando al contempo di fare riferimento anche ad alcuni aspetti di dettaglio emersi dalla lettura dello schema di decreto, questi ultimi oggetto di un documento di sintesi trasmesso alla Amministrazione e a tutti gli altri convenuti.

Si è in particolare soffermato nuovamente sulla circostanza che la graduazione debba considerarsi facente parte, unitamente alla determinazione dei posti di funzione e alla mobilità, di un unico insieme.

I tre elementi sono inscindibili tra di loro e pertanto richiedono inevitabilmente una gestione complessiva sorretta da una vision, un progetto unitario, una comune idea di fondo.

Se solo uno di tali tre elementi venga a mancare, tutta la restante impalcatura finisce per essere pregiudicata, esattamente come nel caso di un treppiede monco.

Ritorna pertanto fondamentale, come chiarito, la questione della riforma della mobilità che continua ancora a essere elusa e che rende la determinazione dei posti di funzione e afferente graduazione, anche qua, un mero adempimento burocratico, lasciando gravemente insoluti gli annosi problemi di scopertura.

Il metodo di lavoro della Amministrazione poteva e doveva essere un altro.

Le tre questioni si sarebbero dovute, intanto, trattare unitariamente e informalmente.

Gli esiti del confronto si sarebbero dovuti quindi riversare nei previsti provvedimenti per l’ulteriore da farsi.

È accaduto, invece, che si siano rideterminati i posti di funzione, senza una idea condivisa della successiva graduazione, sulla quale l’Amministrazione ha poi operato senza la richiesta visione complessiva.

Definita la graduazione, non si sa se e quando mai ci si occuperà di mobilità.

Il presidente di AP, nel comunicare la indisponibilità a concertare, ha concluso sulla inderogabile necessità di una veduta d’insieme che sottenda ai suddetti tre momenti da intendere come consequenziali, perché altrimenti ci si troverà ogni volta nelle stesse condizioni, senza disporre delle leve indispensabili a gestire una organizzazione così delicata e complessa qual è quella dell’Interno.

*dirigente di AP-Associazione Prefettizi