di Maurizio Guaitoli

schettinenIl pensiero mi torna spesso, in questi ultimi giorni, alle ali spezzate della tedesca Germanwings, e sulla sorte infausta di quel suo Airbus 320.

Riflessione: sul piano assolutamente generale, che cosa spinge un aspirante martire suicida a decidere di sacrificare la propria vita, e quella di moltissime altre, con il suo gesto terminale?

Questione non banale, da sempre. Non ho strumenti professionali, dal punto di vista medico, né studi di psico-patologia, per potermi porre su di un piano che non sia, in fondo, quello del senso comune.

E ciononostante, dopo la sconcertante strage del co-pilota dell'Airbus tedesco della Germanwings(che, lo scorso 25 marzo 2015, si è deliberatamente schiantato  sulle montagne francesi, trascinando nel suo abisso personale 150 vite, compresa la sua), una riflessione mi sento pur obbligato a farla. Anche a seguito di alcuni titoli, che ho trovato decisamente sgradevoli, apparsi, per l'occasione, sulla stampa italiana.

Siccome l'emotività "conta" parecchio nella vita degli esseri umani, Vi dirò che il titolo cubitale, "SCHETTINEN", apparso sulla prima pagina de il Giornale del 27 marzo scorso, mi è sembrato decisamente fuori luogo e di cattivo gusto.

Un po' come(ricordate?), lo fu per tutti Noi la copertina di Der Spiegel, di qualche anno fa, in cui una nera e lugubre calibro 38 faceva da… condimento a un piatto di italianissimi spaghetti.

Motiverei questo mio dissenso in due punti.

Primo: lo Schettino pilota tedesco, semmai, avrebbe perduto quota, perché impegnato a palpeggiare una bionda hostess prosperosa, seduta sulle sue ginocchia, sfiorando una montagna alta un metro di più di quello che lui aveva previsto.

Uno spaccone, demente, sfortunato e incosciente, ma nulla di più.

Secondo: Lui, lo Schettino vero, no che non aveva visto negli occhi quei trenta morti e passa, che rappresentano il bilancio finale della tragedia Costa Concordia.

Invece, il co-pilota Guenter Lubitz li aveva visti negli occhi quei suoi 149 assistiti. Sapeva che molti di loro avevano tutta la vita davanti, e una immensa gioia di vivere, che li accompagnava in quel viaggio di ritorno.

Allora: "Perché?", Guenter? Perché?

Ho chiesto alla mia strizzacervelli personale(l'ho sposata, in via cautelativa…) se potesse Lei, appunto, spiegarmi "Perché?".

Le risposte sono quelle, tutto sommato, standard: ovvero, si potrebbe trattare di uno stato depressivo-psicotico grave, tenuto perfettamente nascosto.

Del resto, se accade non di rado che un nevrotico depresso, prima o poi, decida di farsi aiutare da un terapeuta, viceversa lo psicotico sembra soffrire di una tale perdita di realtà, che può non rendersi conto del  suo vero stato, per il resto della sua vita(a meno che non si veda costretto a curarsi, su sollecitazione di un familiare, o per diposizione coattiva di un giudice!).

La depressione feroce annebbia, questo sì, ma alla fine, se proprio devi, ti togli di mezzo, tu solo, in modo rapido e in silenzio.

Fatta la tara sulle follie post-settembre 2001, con porte superblindate delle cabine di pilotaggio, che non si aprono nemmeno con l'intervento dell'Arcangelo Gabriele, o sull'incoscienza di chi controlla un bel nulla, a proposito di idoneità psico-fisica(per timore, poi, di doversi subire una causa di lavoro e feroci proteste sindacali), rimane la solitudine dell'uomo, la sua coscienza, la sua percezione del mondo circostante.

Quello che, in linea di principio, mi interesserebbe di potere stabilire, riguarda la possibilità di individuare l'esistenza di un discrimine netto, tra la scelta folle di Guenter, e quella di un qualsiasi altro kamikaze integralista, che si farebbe esplodere a occhi chiusi, potendo, portandosi dietro il  doppio dei passeggeri dell'Airbus 320.

Direi questo, a fiuto(mi scusino gli psichiatri: non ho studiato abbastanza.. ): tra la “Guenter-depression” e la “jihad- exaltation” il salto energetico, esistente tra uno stato di normality e un altro di estrema eccitazione(gli allontanamenti dalla linea mediana della curva comportamentale hanno l'andamento, rispettivamente, di picco verso l'alto – esaltazione – e di un altro diretto in basso -depressione grave) è, in valore assoluto – tralasciando, cioè il… segno! – esattamente lo stesso, a mio giudizio.

Questo mostro energetico qualcuno lo chiama Demonio.

Io, XX-Ray.

Cioè, una radiazione perversa della mente, potente come una carica nuclere!

A questo punto, ha importanza se dietro l'Otello-Guenter ci sia uno Iago(che, certamente, esiste per lo jihadista, etero diretto dai suoi imam radicali), o no?

Quello che qui a me appare interessante rappresentare è la… Decisione, nell'uno, come nell'altro caso.

Un numero impressionante di terroristi(ricordate, ad es., gli attentati nei luoghi pubblici, in Israele?) si sono fatti esplodere tra la folla, avendo prima, con assoluta calma e freddezza, guardato bene negli occhi le loro future vittime: bimbi, donne, anziani, civili innocenti.

Che cosa vedevano in loro?

Semplice, in fondo: quello che vedevano i medici nazisti quando sottoponevano a ogni genere di torture e di esperimenti(ricordate quelli sui gemelli?) le loro piccole vittime.

Direi semplicemente che, nella follia lucida dell'ideologia della razza, della classe e della  religione,  non  c'è  più  l'Umanità,  di fronte al bisturi, all'AK-47, al tritolo e alle fiamme; ma soltanto una… Cosa.

Ecco: la “cosificazione”, dello spazio, del tempo e della carne.

Ovvero, quella pastura in cui si avvolge, come in una farina nera, avvelenata, l'Altro da sé; perché il suo volto divenga levigato e anonimo, come nei manichini antropomorfi e lobotomizzati dei quadri di De Chirico, rendendolo, appunto, Diverso da noi; alla stregua di un cristallo, da rompere con un martello, che rappresenta, appunto, la Decisione; l'energia XX-Ray.

Hitler, Stalin, Boko Haram, Al Qaeda, Daesh-Isi, e moltissimi Satana come loro la vedono così.

E, purtroppo, questi sono in grado di distruggere il mondo, perché sostituiscono, con incredibile leggerezza cosciente, la Morte alla Vita.

A me dispiace solo di non avere potuto accogliere quei 140 ragazzi qui da noi, in Italia, vivi e vitali, per continuare assieme a lasciarci irraggiare e riscaldare dal soffio caldo e sensuale della vita

Sarà per la prossima! Per chi crede!

Beh, malgrado le premesse, lasciatemi augurare una Buona Pasqua di… Resurrezione a tutti Voi!