Astenia e astensione. Il voto sottovuoto
di Maurizio Guaitoli
Che cos’è il “voto” senza… votanti?
Sarebbe come mettere il… vuoto sottovuoto: non serve e non conserva nulla. Per di più, se i piatti della bilancia tra votanti e non-votanti si compensano, accade una cosa quanto mai curiosa: benché da un lato ci sia il… nulla, dall’altro il pieno del 50% degli elettori che si siano avvalsi del loro diritto di voto, illumina solo la metà del volto del Paese, aprendo una gravissima crisi di fiducia nei confronti dell’organizzazione e dell’offerta politica(partitica, in particolare) esistenti. In buona sostanza, si avverte una profonda frattura che, da un lato, investe il profilo carente e il carisma inesistente delle candidature calate dall’alto, per scelta diretta delle Segreterie e, più, spesso dei leader politici padri-padroni di Partiti e Movimenti. Dall’altro, nell’era della globalizzazione, la dimensione mondialista dell’economia e della politica rende sempre più marginali i podestà, che risultano sempre più poveri di risorse, avendo spesso, tra l’altro, già consumato il proprio il territorio, lasciando mano libera all’abusivismo, alla speculazione e lottizzazione selvaggia, pur di fare cassa con la tassazione degli immobili e rilanciare in modo malato l’economia locale.